sabato 10 dicembre 2022

ANICINI liguri...per Biscotti dal mondo!

Ciao a tutti!

Eccoci ad un nuovo appuntamento mensile con la rubrica “Biscotti dal mondo”, oggi il nostro viaggio continuerà in Italia, precisamente nella nostra Liguria, per raccontarvi gli ANICINI LIGURI.
 


Come ogni mese, l’appuntamento con la rubrica “Biscotti dal mondo” è fissato per il 10. Eccezionalmente questo mese abbiamo deciso di proporvi tutti biscotti dedicati al Natale e appartenenti alla tradizione italiana. 
 


Gli ANICINI o FINOCCHETTI o ancora Anexin (in dialetto) sono un tipico biscotto ligure molto semplice caratterizzato dall’inconfondibile aroma dell’anice.
 


Vengono preparati durante le feste natalizie ma anche a Pasqua. Il loro profumo è inconfondibile e mi riporta indietro negli anni quando da ragazzina i parenti venivano a far visita a mia nonna: quei pacchetti infiocchettati ancor prima di essere aperti dichiaravano il loro contenuto semplicemente dal profumo. Tanti biscotti tutti uguali allineati con ordine sopra vassoi di varie dimensione, erano il classico regalo che si portava o si riceveva durante le feste. Vi dico la verità, a quei tempi li odiavo. Appena vedevo il pacchetto speravo in tanti pasticcini ricchi di creme ed invece erano sempre gli anicini, che delusione!
 
Da grande ho imparato ad apprezzarli, ancor più scoprendo le qualità digestive dell’anice che contengono. Chissà forse l’aroma dell’anice è un aroma difficile per un bambino da comprendere: oggi rivedo nei miei figli me bambina, anche loro infatti non li amano per nulla.

Come per tante ricette della tradizione, la loro origine si perde nella notte dei tempi: sia la Liguria che la Sardegna rivendicano la paternità di questi biscotti, e forse la nostra versione deriva da un biscotto che nell’ottocento è stato creato in una pasticceria dell’astigiano con una ricetta molto simile, ma la questione rimane molto confusa.

Oggi gli anicini si trovano in tutte le pasticcerie liguri in ogni momento dell’anno, la loro realizzazione è semplice anche se necessita di piccole attenzioni.

Vediamo insieme come fare...


ANICINI LIGURI
Ricetta n° 296 del “Codice della cucina ligure”, leggermente modificata nel procedimento.

INGREDIENTI:
  • 200 g farina debole
  • 150 g zucchero
  • 3 uova
  • 1 bicchierino di liquore all’anice
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • pizzico di sale

PROCEDIMENTO:

Separate i tuorli dagli albumi.

Montate gli albumi con un pizzico di sale a neve ben ferma. Tenete da parte.

Nella ciotola della planetaria montate per 10 minuti i tuorli con lo zucchero e il bicchierino di liquore all’anice.

Setacciate la farina col lievito quindi aggiungetela poco alla volta ai tuorli montati utilizzando una spatola per non smontarli.

Infine unite al composto gli albumi sempre con una spatola, mescolando dal basso verso l’alto per non smontare il composto.

Scaldate il forno statico a 170°C.

Coprite con carta forno una teglia. Trasferite il composto in una tasca da pasticcere senza beccuccio e tagliate la punta per avere un’apertura di circa 3 centimetri. Utilizzando la tasca, create dei lunghi filoni ben distanziati tra loro perché in cottura si allargheranno molto.

Infornate a 170°C (forno statico) per circa 20 minuti e comunque fino a doratura.

Togliete la teglia dal forno, fate raffreddare completamente quindi tagliate delle strisce di circa 3 cm.

Disponete i vostri anicini sulla teglia allineati, fate tostare in forno a 200°C per biscottarli, cica 10 minuti controllando spesso.

Fate raffreddare quindi conservateli in una scatola di latta.



Buon appetito!




LE RICETTE DEL TEAM:

1. Alida:  scarponi al cioccolato di Sulmona

2. Imma: Mostaccioli morbidi (Napoli) 

3. Lucia:  Pizzicanelli morbidi di Venosa  

4. Maria:  Buccellati siciliani 

5. Miria: Cavallucci - Biscotti di Natale con noci e spezie 

6. Monica: Anicini liguri 

7. Simona: Susamielli napoletani 





Con la rubrica “BISCOTTI DAL MONDO” ci rivedremo il 10 gennaio.

Inoltre ricordate che tutte le ricette della rubrica "BISCOTTI DAL MONDO" sono raccolte in un’utilissima MAPPA INTERATTIVA  che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.


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giovedì 1 dicembre 2022

MANNELÉS di Saint Nicolas...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme le MANNELÉS di SAINT NICOLAS, deliziosi “piccoli omini”, questo è il significato del loro nome, di pasta brioches che nell’est della Francia si preparano in occasione della festa di San Nicola, il 6 dicembre, e per tutto il periodo fino a Natale.




Per questo mese, con le nostre compagne di viaggio, abbiamo scelto di preparare ricette dedicate a San Nicola e a Santa Lucia. Miria ci porterà nella sua Umbria per scoprire la MINESTRA DI FARRO DI SAN NICOLA ; mentre Simona preparerà lo SANTA LUCIA CROWN BREAD, una brioches tipica della tradizione scandinava.


Anche questo mese vi abbiamo preparato un pdf in cui troverete il calendario del mese in corso, una ricetta dedicata ad uno dei Santi del mese, le date da ricordare e tanto spazio in cui potrete scrivere le vostre annotazioni.

Cliccate sul banner qui sotto e potrete scaricare il calendario di aprile preparato per voi:
 

Abbiamo poche informazioni certe su San Nicola, l’assenza poi di prove storiche ha fatto sì che ciò che sappiamo di lui sia stato arricchito di particolari più vicini alla leggenda che alla realtà.

Sappiamo che San Nicola nacque a Patare, nell’attuale Turchia, col nome di Nicola di Myra nel 270 da una famiglia abbastanza benestante e cristiana. Alla morte prematura dei suoi genitori, San Nicola fu allevato in monastero da suo zio, il vescovo di Myra. Divenne il più giovane prete dell’epoca e donò le sue ricchezze ereditate dai genitori ai bimbi poveri e alle famiglie che non avevano nulla. Alla morte dello zio, San Nicola divenne anch’egli vescovo di Myra, una città di grande importanza per il commercio marittimo. Il suo ruolo era quello di diffondere il cristianesimo dopo la conversione dell’imperatore Costantino nel VI secolo.

San Nicola è il protettore dei bambini e patrono degli scolari. Vestito col suo abito rosso da vescovo, la notte tra il 5 e il 6 dicembre passa di casa in casa per lasciare doni ai bambini più meritevoli. Secondo la leggenda fece resuscitare tre bambini che un macellaio aveva ucciso e fatto a pezzi per venderne la carne, e condannò il macellaio a seguirlo sempre legato al suo asino.
 


Per celebrare la festa di San Nicola nel nord-est della Francia si organizzano sfilate in cui San Nicola offre doni ai bambini buoni e dove l’uomo nero (il macellaio) punisce coloro che non lo sono stati. Tra i doni distribuiti vi sono dolci, pan di zenzero, clementine, cioccolatini e manneles o mannalas, piccole brioches al latte a forma di piccolo uomo.

Fonti:
- San Nicola di Myra 
- San Nicolas: storia, leggenda e la ricetta delle mannele

Queste buffe ma deliziose brioches si possono trovare in tutte le pasticcerie dell’Alsazia dal 6 dicembre fino a tutto dicembre. Alcune pasticcerie usano degli appositi stampi per creare la sagoma dell’omino, come ho fatto io con i miei, ma la tradizione vorrebbe che questi omini venissero modellati a mano partendo dalla grossa testa tondeggiante. La forma non deve essere perfetta ma anzi l’aspetto buffo e per nulla aggraziato è caratteristico di questa piccola delizia.










































MANNELÉS DI SAN NICHOLAS
Ricetta dal blog “36 quai desa saveurs” 

INGREDIENTI:
  • 500 g farina
  • 20 g lievito di birra fresco
  • 150 g latte tiepido
  • 2 uova medie
  • 100 g zucchero semolato
  • ½ bacca di vaniglia
  • 100 burro morbido
  • ½ cucchiaino di sale
per finire:
  • 1 uovo e poso latte
  • gocce di cioccolato

PROCEDIMENTO:

Sciogliete il lievito in 50 ml latte tiepido (preso dal totale previsto nella ricetta) aggiungete un cucchiaio di farina e un cucchiaino di zucchero (sempre presi dal totale della ricetta). Mescolate bene e lasciate riposare il tempo che sulla superficie si formino delle bolle.

Nella ciotola dell’impastatrice mettete la farina, lo zucchero, le uova, e i semi di mezza bacca di vaniglia. Aggiungete ora il lievito attivato ed iniziate ad impastare aggiungendo poco alla volta il latte tiepido.

Con l’ultimo latte aggiungete anche il sale. Continuate ad impastare, quando l’impasto sarà formato aggiungete il burro morbido a tocchetti facendolo ben amalgamare all’impasto.

Trasferisci l’impasto sul piano di lavoro, dai velocemente qualche piega portando i lembi esterni di pasta verso l’interno quindi, dopo aver dato forma tonda, metti a lievitare in una ciotola coperto da un canovaccio fino al raddoppio (a seconda della temperatura ci vorranno 1 ora e mezza o due ore).

Riprendi l’impasto, trasferiscilo sul piano di lavoro e stendi la pasta col matterello ad uno spessore di poco meno di un centimetro. Con la’iuto di un taglia pasta a forma di omino, tagliate le brioches e disponetele su una teglia coperta di carta forno distanziate tra loro.

Lasciate lievitare ancora 30 minuti circa, coperti da un canovaccio.

Decorate con le gocce di cioccolato e spennellate la superficie delle brioches con uovo leggermente sbattuto mescolato a qualche cucchiaio di latte.

Cuocete in forno già caldo a 180°C per circa 20 minuti e comunque fino a doratura.

Fate raffreddare completamente prima di servire.



Buon appetito!


Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di gennaio.



Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.


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giovedì 10 novembre 2022

HALFMANAR, mezzelune islandesi ripiene...per Biscotti dal mondo!

Ciao a tutti!

Eccoci ad un nuovo appuntamento mensile con la rubrica “Biscotti dal mondo”, oggi vi portiamo in Islanda per gustare insieme un pasticcino speziato ripieno di confettura di rabarbaro le HÁLFMANAR.
 


Come ogni mese, l’appuntamento con la rubrica “Biscotti dal mondo” è fissata per il 10. Seguiteci e faremo insieme un viaggio tra sapori e tradizioni di ogni parte del mondo.
 

Noi vi portiamo in Islanda. L’Islanda è un’isola dell’Oceano Atlantico settentrionale, situata poco al di sotto del Circolo polare artico. Il clima è di tipo oceanico, freddo per gran parte dell’anno con una breve pausa durante l’estate, periodo in cui è più piacevole visitare l’isola.

La cucina islandese è molto legata ai sapori di una terra aspra e difficile da coltivare, la colazione è il pasto fondamentale e per questo è molto ricco e abbondante a scapito del pranzo che spesso si riduce ad un sandwich; nel pomeriggio tè con pasticcini e per finire con la cena che di solito si apre con una zuppa. Tra i dolci tipici dell’isola troviamo la torta di mele, i dolci con salsa di whiskey o di frutti di bosco, Plum Padding nel periodo natalizio e poi diversi biscotti tra cui le Halfmanar.

Halfmanar, in islandese, significa semplicemente mezzaluna, ed è semplice capirne il motivo guardando questi dolci, che vengono di norma preparati nel periodo che precede il Natale.
 


Come ogni ricetta della tradizione si trovano mille e mille versioni che hanno in comune però la pasta con cui vengono confezionati: una frolla aromatizzata al cardamomo a cui aumentano la friabilità con una punta di ammoniaca nell’impasto.

Per quanto riguarda il ripieno, solitamente vengono preparati con confetture fatte durante la breve estate islandese; li ho visti preparati con confettura di prugne semplice o aromatizzata al brandy, oppure con prugne secche o ancora con confettura di rabarbaro, quest’ultima sicuramente è la versione più tradizionale.


HALMANAR (MEZZE LUNE RIPIENE)
Ricetta tratta da qui 


INGREDIENTI (per circa 20 dolcetti):

per la frolla:
  • 170 g farina
  • 80 g zucchero
  • 80 g burro
  • ½ cucchiaino di cardamomo in polvere
  • 1 uovo medio
  • ½ cucchiaino di ammoniaca per dolci
  • ½ cucchiaino di estratto di vaniglia
  • un pizzico di sale
per il ripieno:
  • confettura di rabarbaro
per finire:
  • 1 uovo intero, per glassare

PROCEDIMENTO:

Preparate la frolla. 

In una ciotola unite il burro a pezzetti e la farina. Impastate con le mani ottenendo un composto a briciole. Unite lo zucchero, il cardamomo, l’ammoniaca per dolci e il pizzico di sale. Unite ora l’uovo ed impastate, otterrete un impasto morbido che diventerà della consistenza giusta dopo il lungo riposo in frigorifero. Avvolgete l’impasto in pellicola per alimenti e riponete il frigo per tutta la notte.

Il mattino successivo riprendete la pasta, stendetela dello spessore di pochi millimetri, tagliate con un coppapasta dei dischi di 8 cm di diametro. Su ogni disco mettete meno di mezzo cucchiaino di confettura di rabarbaro al centro (se scegliete altre confetture dovranno essere molto consistenti e non liquide) e richiudete a formare una mezzaluna sigillando bene i bordi, se preferite aiutandovi con una forchetta.

Disponete i vostri biscotti distanziati su una teglia coperta di carta forno e trasferite in frigo per almeno mezz’ora.

Spennellate con uovo sbattuto e cuocete in forno già caldo a 180°C per 12-15 minuti.

Una volta cotti trasferiteli con attenzione su una gratella da dolci e fate raffreddare.

Durante la cottura si sentirà un forte odore di ammoniaca che poi sparirà una volta freddi.

N.B.
Rispettate i tempi di riposo quanto più possibile ed avrete dolcetti perfetti ;) io ero di corsa ed i miei dolci hanno una superficie molto rovinata. :)


Buon appetito!


LE RICETTE DEL TEAM:
 



Con la rubrica “BISCOTTI DAL MONDO” ci rivedremo il 10 dicembre.

Inoltre ricordate che tutte le ricette della rubrica "BISCOTTI DAL MONDO" sono raccolte in un’utilissima MAPPA INTERATTIVA che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.

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martedì 1 novembre 2022

PANE DELL'ANIMA POLACCO...per alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme il PANE DELL’ANIMA POLACCO, un semplice panino appartenente ad un’antica tradizione polacca.
 



Per questo mese, con le nostre compagne di viaggio, abbiamo scelto di preparare ricette tutte dedicate alla festa dei Morti. Miria ci porterà in Germania per raccontarci del PANE DEI MORTI DELLA SVEVIA; mentre con Simona andremo in Messico per preparare il PAN DE YEMA DE OAXACA.
 
 

Anche questo mese vi abbiamo preparato un pdf in cui troverete il calendario del mese in corso, una ricetta dedicata ad uno dei Santi del mese, le date da ricordare e tanto spazio in cui potrete scrivere le vostre annotazioni.

Cliccate sul banner qui sotto e potrete scaricare il calendario di novembre preparato per voi:

 


In molte culture in passato si credeva che i morti si prendessero cura di noi e dei nostri raccolti dall’aldilà. In molti paesi nel mondo c’era, e in alcuni avviene ancora oggi, l’usanza di preparare del cibo e portarlo nei cimiteri nel giorno dei morti per condividerlo con i defunti, in questo modo si ringraziavano per la loro protezione. Lo stesso si faceva con i poveri che bussavano alle porte delle case.

Il pane dell’anima, di cui vi parliamo oggi, ci riporta a queste tradizioni. In Polonia a metà del Novecento era usanza, oggi ormai quasi perduta, di condividere il pane con le anime dei defunti. Questi panini dovevano essere preparati nelle case e non acquistati, e potevano avere forme e dimensioni diverse a seconda delle possibilità delle famiglie. Dopo essere stati preparati in casa venivano portati in chiesa per essere benedetti dal sacerdote quindi portati al cimitero. Qui però venivano donati ai mendicanti che si radunavano davanti agli ingressi dei cimiteri. Si credeva in un qualche collegamento privilegiato tra i mendicanti così provati dalla vita e le anime dei defunti, e si sperava che le loro preghiere potessero più facilmente essere ascoltate.

Questi pani venivano preparati alla vigilia del giorno dei defunti e portati al cimitero il 2 novembre. Il fatto che venissero preparati il giorno prima non era casuale, infatti si credeva che il giorno dei morti le anime scendessero sulla terra per nascondersi nei posti caldi delle case, quindi se qualcuno cuocesse qualcosa in quel giorno potrebbe rischiare di bruciare l’anima che cercando la fuga potrebbe anche incendiare la casa, inoltre le finestre e le porte delle case dovevano essere tenute socchiuse per permettere alle anime di entrare od uscire liberamente.

Secondo i ricordi degli anziani, i pani dell’anima potevano avere diverse dimensioni a seconda della ricchezza della famiglia, potevano essere piccoli panini o grandi pagnotte che poi dovevano essere tagliate a pezzi. Ogni panino o pagnotta doveva avere sulla superficie il segno della croce a garanzia che nessuna forza impura potesse impossessarsene, inoltre la croce indicava che il pane era un’elemosina che quindi non poteva essere acquistato. Talvolta, inoltre, la superficie era decorata con simboli che ricordavano il defunto in particolare.

Ogni pane mangiato è un’occasione per liberare un’anima dal purgatorio, quindi questo pane non va mai gettato via.
  
Fonti:

- Pane di tutti i defunti 
- Festa dei Morti polacca 
- Dziady, la ricorrenza polacca dei morti 



PANE DELL’ANIMA (SOUL BREAD)
Ricetta tratta dal blog Smaczna Pyza 


INGREDIENTI per circa 10 panini piccoli:
  • 200 g farina di grano tenero
  • 200 g farina di segale
  • 2 g lievito di birra disidratato
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 cucchiaino di sale
  • 250/280 ml acqua tiepida

PROCEDIMENTO:

In una ciotola metto 50 ml acqua tiepida (presa dal totale), lo zucchero, 2 cucchiai di farina di grano tenero (presi dal totale) e il lievito. Mescolo con un cucchiaio, copro con un canovaccio e lascio lievitare per circa 15 minuti, vedrete che si formeranno delle bollicine in superficie.

Nella ciotola della planetaria (ma potete impastare tranquillamente anche a mano) mettete le due farine setacciate e il lievito attivato, azionate la planetaria e nel frattempo aggiungete poco alla volta l’acqua (non necessariamente servirà tutta) infine quando impasto inizia a formarsi aggiungete il sale. Impastate ancora per diversi minuti fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Trasferite l’impasto sulla spianatoia, date velocemente una forma a palla con le pieghe e riponete in una ciotola coperta con un panno fino al raddoppio del volume, circa 2 ore – 2 ore e mezza (dipende dalla temperatura a cui lo ponete).

Riprendete l’impasto, sgonfiatelo leggermente e dividetelo in 10 panini (circa 65 g ciascuno). Date ad ogni pezzetto forma di un piccolo panino leggermente allungato. Trasferiteli su una teglia coperta di farina (io ho messo anche la carta forno) e lasciateli lievitare ancora coperti con un canovaccio (li ho lasciati lievitare per un’ora).

Una volta lievitati, incidete una croce su ciascun panino, potete utilizzare un tagliapasta oppure semplicemente incidere la superficie del panino con una lama facendo due tagli perpendicolari che simulano una croce.
 


Cuocete in forno già caldo a 180°C per circa 30 minuti.

Una volta cotti trasferiteli su una gratella a raffreddare.



Buon appetito!



Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di dicembre.

Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA  che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.


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sabato 1 ottobre 2022

KREMOWKA PAPIESKA...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme la KREMOWKA PAPIESKA, un pasticcino preparato con due basi di pasta sfoglia che racchiudono un generoso strato di crema resa ancor più golosa da qualche cucchiaio di liquore in onore di San Giovanni Paolo II.
 

Questo mese dalle nostre compagne di viaggio troverete un dolce inglese dedicato a San Luca da Miria, la BANBURY CAKE ; mentre Simona ci racconterà di San Francesco e la RICOTTA due storie molto particolari ed interessanti.
 

Anche questo mese vi abbiamo preparato un pdf in cui troverete il calendario del mese in corso, una ricetta dedicata ad uno dei Santi del mese, le date da ricordare e tanto spazio in cui potrete scrivere le vostre annotazioni.

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Ho scelto con slancio questa ricetta, ed ero entusiasta della mia scelta perché per la prima volta potevo parlare di qualcuno, Papa Giovanni Paolo II, che ho avuto la fortuna di incontrare diverse volte, che ha fatto parte della nostra vita, col quale abbiamo condiviso anni ed avvenimenti importanti e sul quale avrei potuto scrivere fiumi di parole...ma che in questo momento non riesco a trovare. Non so da dove cominciare. Ho iniziato mille volte questo articolo e altrettante l’ho cancellato.

Mi ha sempre colpito la serenità del suo sguardo, sia nei grandi avvenimenti sia quando avevi la fortuna di incrociarlo nelle sue vacanze in montagna, aveva una parola per tutti. Ho “invidiato” gli abitanti di Le Combes che avevano l’onore di assistere alla messa con lui nella piccola cappellina del paese ed è stato bellissimo ascoltare i racconti e gli aneddoti del volontario, che si occupa del museo, che hanno allestito nel piccolo paesino che si trova nel comune di Introd, in Valla d’Aosta. L’amore con cui parla di questo grande uomo, mi ha profondamente colpita.

È stato scritto moltissimo su di lui. Era il 264° Papa del Chiesa di Roma, il primo straniero dopo centinaia di anni, il primo pontefice slavo. Era il pontefice che ha viaggiato di più in assoluto, pensate che ha percorso durante il suo pontificato più di un milione di km. Aveva una grande passione per lo sport, per l’alpinismo, per la montagna. Ha indetto due Giubilei e pronunciato 14 encicliche ed ha anche subito 14 attentati, tutti ricordiamo le immagini di Roma del 1981 quando gli spararono.

Amava incondizionatamente tutta l’umanità per la quale si era sempre battuto senza temere ritorsioni fin da giovane nella sua Polonia nei terribili anni dopo la guerra.

Mi piace scoprire, quando si tratta di uomini di tale grandezza, le cose più semplici che li riguardano, come organizzavano la loro giornata, cosa mangiavano, chi avevano al loro fianco, con chi dividevano le loro giornate.
 

Un amico di Papa Wojtyla ci racconta che il Santo Padre si alzava alla mattina molto presto, alle 5.30, celebrava la Santa Messa e faceva colazione con tè e panini imburrati. Pranzava sempre molto presto perché alle 14 andava ogni giorno a riposare. Mangiava in modo semplice con piatti che gli ricordavano la sua terra: ad esempio pastina in brodo, seguita da una piccola porzione di carne accompagnata da tante verdure e per finire una composta di frutta. Alla sera si mangiava ciò che era avanzato dal pranzo, tutto era sempre preparato con grande attenzione dalle suore polacche che si prendevano cura di lui in base alla sua salute e alla sua età.
 



Il pasticcino che prepareremo insieme oggi fa parte della gioventù di Papa Wojtyla: quando era ancora studente con gli amici per festeggiare il diploma si lanciò in una sfida a chi sarebbe riuscito a mangiare più di questi pasticcini preparati in una pasticceria di Wadowice, sua città natale. Il Santo Padre riuscì a mangiare ben 18 pasticci, ma nonostante questo non vinse la sfida. Da questo episodio il famoso pasticcino prese il nome di KREMOWKA PAPIESKA, in suo onore.


Fonti:

- Maison Musée Jean-Paul II 
- San Giovanni Paolo II e la cucina polacca 
- La tavola di Giovanni Paolo II 
- San Giovanni Paolo II 
- il pasticcino preferito da Giovanni Paolo II 



KREMÓWKA PAPIESKA
La ricetta liberamente tratta da qui 


INGREDIENTI per una forma 20x20 cm:
  • 2 fogli di pasta sfoglia
  • 1 l latte
  • 50 g burro
  • 4 tuorli d’uovo
  • 2 uova intere
  • 200 g zucchero
  • semi 1/2 bacca vaniglia
  • 120 g farina
  • 70 g maizena
  • 2 cucchiai di rum
  • 200 ml panna fresca

PROCEDIMENTO:

Cuocete la pasta sfoglia: disponete i fogli di pasta sfoglia su una teglia coperta di carta forno. Bucherellate tutta la superficie con una forchetta o col rullo fora sfoglia e cospargete la superficie con zucchero semolato. Trasferite in frigo a riposare per il tempo che il forno si scalda.

Scaldate il forno a 200°C ventilato quindi cuocete le vostre sfoglie per 6-8 minuti. Togliete dal forno, coprite con altra carta forno la sfoglia e posate sulla carta una teglia o una griglia schiacciando leggermente se la pasta si è sollevata durante la cottura. Fatto questo rimettete tutto in forno (con la teglia sopra alla pasta) a 160°C per circa 20 minuti.

Togliete dal forno, eliminate la teglia sopra, tagliate la vostra sfoglia in quadrati di 20 x 20 cm quindi capovolgete su un’altra teglia la sfoglia con attenzione perché si rompe, cospargete di zucchero a velo e fate caramellare il forno a 200°C per 4-6 minuti.

Sfornate e fate raffreddare su una griglia per evitare l’umidità.

Preparate la crema. In un tegame dal fondo spesso mescolate con la frusta i tuorli, le uova intere, la farina, la maizena e 1/3 del latte. In un secondo tegame (io l’ho fatto in una ciotola nel microonde) scaldate il latte (2/3 rimasto) insieme allo zucchero, al burro e alla vaniglia in modo che tutto si sciolga.

Ora, versate il latte caldo sul composto di uova. Continuate a mescolare con una frusta per eliminare i grumi. Spostate il tutto su fuoco medio e fate cuocere sempre mescolando fino a raggiungere la giusta consistenza, otterrete una crema densa e lucida.

Togliete la crema dal fuoco e fate intiepidire quindi aggiungete il rum e la panna fresca, mescolate bene con una frusta.

Ora potete comporre il vostro dolce.

Vi servirà uno stampo 20 x 20 cm, coprite con carta forno prima il fondo e poi i bordi con una striscia oppure potete usare anche la pellicola. Sul fondo del vostro stampo ponete un foglio di sfoglia dei due cotti in precedenza, coprite con tutta la crema preparata. Livellate con una spatola e coprite infine col secondo foglio di pasta sfoglia.

Coprite il tutto con pellicola e posizionare un peso sulla superficie per compattare bene la crema.

Lasciate raffreddare e trasferite in frigo a riposare per 12 ore.

Trascorso il tempo di riposo. Prendete lo stampo, sformate la vostra torta e con l’aiuto di un coltello seghettato tagliate in quadrotti per formare i vostri pasticcini. Cospargete di abbondante zucchero a velo e servite.






Buon appetito!



Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di novembre.


Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.



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sabato 10 settembre 2022

GUYANESE PINE TART...per Biscotti dal Mondo!

Ciao a tutti!

Arrivato settembre torna anche il nostro appuntamento mensile con la rubrica “Biscotti dal mondo”, oggi vi racconteremo delle GUYANESE PINE TART: una via di mezzo tra un grande biscotto e un pasticcino ripieno con una confettura di ananas.
 


Come ogni mese, l’appuntamento con la rubrica “Biscotti dal mondo” è il 10 del mese. Seguiteci e faremo insieme un viaggio tra sapori e tradizioni di ogni parte del mondo.
 


Noi vi portiamo in Guyana. La Guyana è una repubblica del Sud America che confina con Brasile, Suriname e Venezuela. Il suo territorio è per buona parte pianeggiante e caratterizzato da un clima tropicale con estati afose e inverni umidi. 
 

Ha un’economia fondata sull’agricoltura; produce canna da zucchero, banane, agrumi, palma da cocco e frutti tropicali come l’ananas.
 


Non stupisce quindi scoprire che uno dei biscotti tipici della Guayana sono le GUYANESE PINE TART
 al cui interno troviamo una golosa confettura di ananas a volte semplice a volte arricchita con cannella, vaniglia e noce moscata. Il guscio esterno è formato da una pasta frolla senza uova e senza zucchero che si abbina perfettamente con il ripieno essendo quest’ultimo molto dolce.


GUYANESE PINE TART
Ricetta tratta da qui 


INGREDIENTI (per circa 10-12 biscotti):

per la pasta:
  • 250 g farina
  • 150 g burro
  • un pizzico di sale
  • 125 ml (circa) acqua ghiacciata
per la confettura:
  • 1 ananas (oppure 400g ananas sciroppato, circa 2 lattine)
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • noce moscata a piacere
  • semi ½ bacca vaniglia
  • 2 cucchiai di zucchero (di canna se preferite un sapore più intenso)
  • succo di ½ limone
per finire:
  • 1 uovo intero (albume e tuorlo separati)

PROCEDIMENTO:

Preparate la confettura di ananas.

Sbucciate e tagliate a pezzi il vostro ananas. Trasferite i pezzi in un robot da cucina e frullate (se utilizzerete l’ananas sciroppato, frullatelo dopo averlo sgocciolato).

Mettete la polpa frullata dell’ananas in una pentola, aggiungete il limone, lo zucchero e le spezie. Portate a bollore, quindi lasciate sobbollire per 25-30 minuti in modo che si addensi. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare completamente.

Nel frattempo che la confettura si raffredda, prepariamo la pasta.

In una ciotola unite la farina con il burro iniziate a lavorare il tutto facendo incorporare il burro alla farina. Poco alla volta aggiungete l’acqua (potrebbe non essere necessaria tutta) continuando ad impastare. Impastate velocemente, date alla pasta la forma di un cilindro lungo circa 25 – 30 cm. Avvolgetelo con la pellicola e riponetelo in frigo per un’ora.

Assembliamo i nostri biscotti.

Prendiamo il cilindro di pasta dal frigo.

Separate il tuorlo dell’uovo dall’albume conservandoli in due ciotole.

Tagliate una rondella di pasta spessa circa 2 cm dal cilindro, cospargete il piano di lavoro con poca farina, quindi appiattite prima con le mani poi col matterello la vostra rondella. Dovrete ottenere un disco di circa 15 cm di diametro spesso pochi millimetri, potrete aiutarvi con un tagliapasta dopo aver steso l’impasto.

Spennellate con l’albume i bordi del disco (circa 1 cm) e ponete al centro un cucchiaio di confettura, spalmatela sul disco ad esclusione dei bordi.

Ora dovrete formare un triangolo: iniziate a piegare un bordo verso il centro e ripete l’operazione in tutto tre volte, alla fine avrete un triangolo.

Continuate così fino a finire gli ingredienti.

Trasferite i vostri pine tart su una teglia coperta di carta forno, spennellateli con il tuorlo d’uovo quindi bucherellate la frolla con i rebbi di una forchetta in modo che il vapore che si forma in cottura possa fuoriuscire.

Cuocete in forno già caldo a 180°C per 25-30 minuti dovranno risultare dorati.

Sfornare e lasciar raffreddare prima di servire. 
 


Buon appetito!


LE RICETTE DEL TEAM:

  1. Alida: Dolcetti di Karlsbad (Republica Ceca) 
  2. Imma: Hup Toh Soh (Biscotti cinesi alle noci) 
  3. Lucia: Kurabie biscuits (biscotti azeri) 
  4. Miria: Biscotti al mais della Costa d’Avorio - Kyekyire paano 
  5. Monica: Guyanese pine tarts (Guyana)
  6. Simona: Bolivian Cocadas (biscotti boliviani al cocco) 
  



Con la rubrica “BISCOTTI DAL MONDO” ci rivedremo il 10 ottobre.


Inoltre ricordate che tutte le ricette della rubrica "BISCOTTI DAL MONDO" sono raccolte in un’utilissima MAPPA INTERATTIVA  che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.



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giovedì 1 settembre 2022

IL BISCOTTO DI SAN MICHELE "a modo mio"...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme il BISCOTTO DI SAN MICHELE, non aspettatevi però un dolce, il biscotto di San Michele è un pane aromatizzato al finocchietto a forma di sottile ciambella che deve il suo nome al fatto di essere cotto due volte.




Per questo mese, con le nostre compagne di viaggio, abbiamo scelto di preparare ricette tutte dedicate a San Michele Arcangelo. Miria ci porterà in Irlanda per scoprire la TORTA IRLANDESE CON MELE E MORE ; mentre Simona preparerà lo SCUDO DI SAN MICHELE , un pane dolce preparato nella provincia di Sondrio.
 

Anche questo mese vi abbiamo preparato un pdf in cui troverete il calendario del mese in corso, una ricetta dedicata ad uno dei Santi del mese, le date da ricordare e tanto spazio in cui potrete scrivere le vostre annotazioni.

Cliccate sul banner qui sotto e potrete scaricare il calendario di aprile preparato per voi:
 


San Michele Arcangelo viene sempre rappresentato come un guerriero con una spada o con una lancia mentre schiaccia sotto i suoi piedi il diavolo sconfitto in battaglia. Troviamo la sua storia nelle Sacre Scritture sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. È stato scelto come protettore da molte cittadine italiane e non solo. Lo scorso anno vi abbiamo parlato di Bagnacavallo, quest’anno vi parleremo di Sant’Angelo d’Alife in provincia di Caserta.

Sant’Angelo d’Alife è un piccolo centro sul massiccio del Matese, lontano dalla frenesia che caratterizza le nostre città, dominato da un piccolo castello costruito nel X secolo. Nella zona sono presenti molte grotte che nel corso degli anni hanno accolto insediamenti umani fin dalla preistoria.

Proprio queste grotte sono le protagoniste della storia di devozione che voglio raccontarvi oggi. Da secoli i pellegrini percorrono i sentieri che raggiungono queste grotte in segno di devozione a San Michele Arcangelo attraverso quello che viene definito il Cammino Micaelico Matesino.

Questi sentieri attraversano due regioni, il Molise e la Campania, e collegano tra loro diverse grotte nelle quali è apparso l’Arcangelo Michele, alcune di queste grotte sono riccamente affrescate ed hanno architetture molto particolari.

Una di queste grotte si trova presso Sant’Angelo d’Alife, al suo interno si trova una chiesetta rupestre con un altare ed una piccola vasca che forse veniva usata come fonte battesimale. All’ingresso della grotta la roccia è solcata da profonde fenditure, che sembrano causate da grossi e lunghi artigli. In questa grotta si racconta che avvenne la lotta tra l’Arcangelo Michele e il diavolo e che quei segni furono lasciati dal diavolo durante lo scontro finale prima di sprofondare negli inferi.

Vicino alla grotta si trova un piccolo santuario risalente al Settecento dedicato a San Michele.

Ogni anno il 29 settembre gli abitanti di Sant’Angelo d’Alife si recano in pellegrinaggio alla grotta, durante il pellegrinaggio i partecipanti portano ai polsi i BISCOTTI DI SAN MICHELE, un pane che alcuni forni del luogo preparano solo il 29 settembre in onore del santo e che vengono poi donati in cambio di un'offerta a tutti i partecipanti al pellegrinaggio.

Le origini di questa tradizione sono antichissime, un tempo i contadini e i pastori della zona nei giorni successivi la festa consumavano questi biscotti nei campi durante le loro giornate di lavoro indossandoli come dei bracciali, mentre durante la festa ancora oggi vengono fatti indossare al collo o alle braccia dei bambini per affidarli alla protezione di San Michele.

La ricetta del biscotto di San Michele è segreta, come spesso accade in questi casi, gli ingredienti utilizzati sono molto semplici (farina, acqua, semi di finocchio e “criscito” cioè lievito madre) e la particolarità sta nella cottura: il biscotto viene prima passato qualche minuto in acqua bollente, passaggio che lo renderà lucido, e poi cotto nel forno a legna.

Il risultato sarà un pane con una delicata crosta croccante ma morbido al suo interno.

Fonti:

- il Cammino Micaelico nel Matese 
- Il Tarallo di San Michele 
- Il biscotto di Sant’Angelo d’Alife: un fossile gastronomico 
- Curiosità sul biscotto di San Michele
- il Biscotto di San Michele 
- Il Biscotto di San Michele 

Vi lascio la preghiera che Papa Leone XIII scrisse per chiedere l'aiuto di San Michele Arcangelo...
 






Ed ora la ricetta...

IL BISCOTTO DI SAN MICHELE “a modo mio”
La ricetta NON è l’originale (essendo segreta), ho cercato di interpretarla seguendo le indicazioni di questo video 


INGREDIENTI:
  • 1 kg farina 00
  • 450 ml circa di acqua
  • 1 cucchiaio di finocchietto selvatico
  • 15 g sale
  • “criscito” (lievito madre) io l’ho sostituito con 4 g lievito di birra secco

PROCEDIMENTO:

Con l’aiuto dell’impastatrice, ma potete eseguire facilmente l’impasto anche a mano, impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Se necessario aggiungete altra acqua ma fate attenzione ad aggiungerne poca alla volta.

Trasferite il vostro impasto sulla spianatoia, impastate velocemente, date forma tonda e lasciate riposare 1 ora coperto.

Riprendete il vostro impasto e dividetelo in porzioni da circa 200 g, da ogni porzione ricavate un cilindretto lungo circa 70 cm, unite le due estremità a formare una sottile ciambella che dovrà avere un diametro di circa 20 cm.

Trasferite ogni ciambella su una teglia da forno coperta di carta forno e lasciate riposare 1 ora al coperto.

Portate a bollore una pentola di acqua e immergete una ciambella alla volta, quando arriverà in superficie potrete scolarla e trasferirla su un canovaccio e poi su una teglia coperta con carta forno.

Quando la superficie delle vostre ciambelle sarà asciugata, potrete cuocerle in forno già caldo a 200°C per 15-20 minuti. Non dovranno colorarsi troppo.

Otterrete un pane lucido con una delicata crosticina croccante e morbido al suo interno.


Buon appetito!



Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di ottobre.


Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA  che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.



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lunedì 1 agosto 2022

I TORDELLI DI SAN LORENZO...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme i TORDELLI DI SAN LORENZO, una pasta ripiena tipica toscana che a Seravezza viene preparata durante i festeggiamenti per il santo patrono.
 




Per questo mese dalle nostre compagne di viaggio troverete da Miria una ricca PAGNOTTA DI SANTA CHIARA che veniva preparata a Napoli in occasione della festa di Santa Chiara; mentre Simona ha preparato le COTOLETTE DI SANT’ALFONSO, un goloso secondo piatto legato alla storia di questo santo.


Anche questo mese vi abbiamo preparato un pdf in cui troverete il calendario del mese in corso, una ricetta dedicata ad uno dei Santi del mese, le date da ricordare e tanto spazio in cui potrete scrivere le vostre annotazioni.

Cliccate sul banner qui sotto e potrete scaricare il calendario di agosto preparato per voi:


San Lorenzo gode di una notevole devozione popolare, molte sono le città che lo hanno eletto come proprio patrono, ma le notizie sulla sua vita sono scarse.

Si sa che Lorenzo nacque in Spagna, in un paesino ai piedi dei Pirenei, e che completò i suoi studi umanistici e teologici ad Aragozza. Qui ebbe come maestro il futuro papa Sisto II, il quale riconoscendo il Lorenzo una grande umanità e bontà d’animo lo convinse a seguirlo a Roma. Una volta eletto papa, Sisto II, nominò Lorenzo arcidiacono col compito di occuparsi dei poveri della diocesi amministrando e custodendo i beni e le offerte raccolte.

Purtroppo questo è il periodo delle persecuzioni dei cristiani da parte dell’imperatore Valeriano. Nell’agosto del 258 a seguito di un editto dell’imperatore, tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi vennero condannati a morte. Papa Sisto II sorpreso a celebrare la messa nelle catacombe, fu decapitato il 6 agosto insieme ad alcuni dei suoi diaconi. Lorenzo venne ucciso il 10 agosto, quattro giorni dopo.

La tradizione racconta che San Lorenzo morì arso vivo su una graticola, ma gli studiosi considerano quasi leggendario tutto ciò e ritengono più probabile la morte per decapitazione non avendo l’imperatore ordinato alcuna tortura.

In ricordo dei carboni ardenti su cui fu martirizzato per alcuni o delle lacrime di San Lorenzo per altri, la notte di San Lorenzo è associata al fenomeno delle stelle cadenti. Per ogni stella cadente che vedrete, potrete esprimere un desiderio nella speranza che San Lorenzo, protettore dei sogni, vi aiuti a realizzarlo.

Fonti:

- San Lorenzo il martire dei poveri che fa lacrimare il cielo
- Storia e vita di San Lorenzo 
- San Lorenzo 



Dalle nostre parti a San Lorenzo, il 10 agosto, si preparano delle piccole melanzane tonde ripiene e cotte al forno, come vi ho raccontato lo scorso anno.

In Versilia, a Seravezza, in onore di San Lorenzo, patrono della città, organizzano due giorni di festeggiamenti nei quali i riti religiosi vengono accompagnati da una fiera ricca di bancarelle e dalla preparazione dei buonissimi TORDELLI.
 


I TORDELLI sono tipici non solo di questa zona ma di tutta la Toscana. Come ogni ricetta della tradizione, ogni famiglia ha una sua versione.
 


I tordelli nascono come piatto antico preparato a partire da avanzi di arrosti di manzo e maiale insaporiti da salsiccia e a volte mortadella, oggi talvolta si preparano anche partendo dalle carni macinate. Nelle versioni più antiche non sono presenti né le biete nè le uova nel ripieno, oggi molte versioni le prevedono. Infine, il condimento in origine era solo burro fuso, oggi si condiscono anche con il ragù toscano o con del semplice sugo di pomodoro.

Vediamo la ricetta...

TORDELLI
Ricetta principalmente tratta da qui  con qualche aggiunta vista in altre versioni

INGREDIENTI (per circa 65 tordelli grandi – tagliapasta 8 cm diametro):
per la sfoglia:
  • 600 g farina 00
  • 5 uova
  • sale q.b.
  • acqua q.b.
per il ripieno:
  • 250 g arrosto di lonza di maiale
  • 350 g arrosto polpa di manzo
  • 2-3 rametti di timo
  • 1 rametto rosmarino
  • ½ bicchiere vino rosso
  • 1 bicchiere brodo vegetale
  • 1 spicchi aglio
  • 3 foglie di salvia
  • 50 g mortadella
  • 150 g salsiccia
  • 100 g pane toscano raffermo
  • 150 bieta (cotta con 1 spicchio aglio e 1 noce di burro) (facoltativa – aggiunta moderna – io l’ho messa)
  • 1 pizzico di noce moscata
  • 80 g pecorino toscano
  • pepe q.b.
  • 1 rametto prezzemolo
  • 2 uova (facoltative – aggiunta moderna – io le ho messe)
per condire:
  • burro
  • pepe q.b. (mia aggiunta)

PROCEDIMENTO:

Il giorno precedente preparate gli arrosti.

- Lonza di maiale: ho sigillato da tutti i lati (rosolandola da tutti i lati in padella con poco olio) una lonza di maiale di circa 800 g che poi ho cotto in casseruola per circa 45 minuti con la semplice aggiunta di olio extravergine di oliva e bordo vegetale. L’arrosto sarà pronto quando al cuore raggiungerà una temperatura di 74°C. Da questo arrosto ho messo da parte 250 g per i tordelli. (*)

- Arrosto di manzo: sigillate la carne (rosolandola da tutti i lati) in padella con poco olio e sfumate col vino rosso, fate evaporare il vino e spegnete. Trasferite la carne e il suo condimento in una teglia da forno, aggiungete un filo di olio extravergine di oliva, uno spicchio d’aglio intero, il timo, il rosmarino, la salvia e il brodo vegetale. Cuocete in forno già caldo a 180°C per 45/50 minuti, se necessario durante la cottura bagnatelo con altro brodo. L’arrosto sarà cotto quando al cuore raggiungerà la temperatura di 58-60°C.  Tenete da parte per i tordelli 350 g di questo arrosto. (*)

- Dopo aver eliminato il budello, rosolate la salsiccia in poco olio extravergine di oliva avendo cura di sgranarla bene durante al cottura.

- Pulite e tagliate a listarelle la bieta quindi cuocetela con poco burro e uno spicchio d’aglio intero. Quando sarà cotta eliminate l’aglio e tritate grossolanamente. Tenete da parte.

- Ammollate il pane col brodo, strizzatelo ed eliminate il brodo in eccesso. Tenete da parte.

- Con l’aiuto di un tritacarne (non frullate le carni ne perdereste in consistenza, se non avete il tritacarne, tritate tutto a coltello o con una mezzaluna) macinate i due arrosti con i loro aromi escluso l’aglio, la mortadella, le biete, il pane ammollato. Inserite gli ingredienti nel tritacarne alternati in modo che si amalgamino bene tra loro.

- A questi ingredienti macinati, aggiungete ora la noce moscata, il pecorino toscano grattugiato, pepe q.b., il prezzemolo tritato ed infine le uova, se come me decidete di aggiungerle. Aggiustate di sale. Mescolate tutto per bene, coprite con pellicola e trasferite in frigo, il riposo aiuterà l’amalgama dei sapori.

- Preparate a sfoglia con gli ingredienti indicati. Avvolgetela con la pellicola e fatela riposare almeno mezz’ora.

- Ora potete formare i tordelli. Tirate la sfoglia sottile, se utilizzate una sfogliatrice: su ogni striscia sistemate delle palline (non siate parchi!) di ripieno, ripiegate la sfoglia sopra al ripieno, schiacciate bene con le dita per far aderire le due parti ed eliminate l’aria. Tagliate i tordelli con un rotella dentata oppure con un tagliapasta tondo (il mio 8 cm di diametro).
 

Continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti.
 

- Cuocete i tordelli in abbondante acqua salata pochi alla volta e conditeli con semplice burro fuso (**) e una spolverata di pepe (mia aggiunta).

NOTA:

(*) potete partire anche dal macinato di maiale e di manzo e farli direttamente rosolare in padella con gli aromi invece di fare gli arrosti.

(**) i tordelli un tempo venivano conditi solo con burro fuso, oggi si condiscono anche con ragù toscano o semplice sugo di pomodoro.


Buon appetito!


Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di settembre.

Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.

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