giovedì 23 maggio 2019

ZABAIONE CON PANSAROLE DI APRICALE...per Al Km 0!

Ciao a tutti!
 


oggi ci spostiamo all’estremo ovest della nostra regione e precisamente ad Apricale, un piccolo borgo medioevale della provincia di Imperia, per farvi conoscere un dolce prelibato che si gusta affogato nello zabaione, le Pansarole di Apricale.
 


Scelta migliore non potevamo fare visto il tema “mille idee con le uova” proposto per il secondo appuntamento di questo mese con la rubrica “Al Km 0”.
  


Primo dubbio che mi sono posta: zabaione o zabaglione? In casa mia si è sempre detto zabaione e, facendo una piccola ricerca, ho scoperto che è la forma più frequente delle due e quella che più si avvicina alla probabile etimologia latina di questa parola. La forma zabaglione è indicata come una variante e da alcuni è considerata meno corretta dell’altra.
 


Quando penso allo zabaione, ricordo mia nonna ma forse ancor di più una zia, la zia Gina. In casa sua lo zabaione si preparava nei giorni di festa, quando la casa si riempie di parenti e amici e infatti, se ripenso a quei tempi, mi sembra di vederla girare per casa con una ciotola enorme di zabaione e un grande mestolo impegnata a distribuire questa prelibatezza ai suoi ospiti. Non ho mai chiesto quanti tuorli usasse per preparne una tal quantità, ma dovevano essere davvero moltissimi!!!!
 


Ad Apricale lo zabaione si accompagna con le pansarole, un nome buffo per indicare un piccolo bauletto di pasta lievitata e fritta. Il nome fa pensare alla “pansa” cioè la pancia, infatti friggendoli, questi rombi di pasta si gonfiano molto, ma non si sa se sia davvero la derivazione corretta.

Ogni anno ad Apricale da ormai cinquant’anni la prima domenica di settembre si svolge la Sagra delle pansarole, in questo piccolo brogo dell’entroterra imperiese si riversano moltissime persone per gustare questo delizioso dolcetto.

Come per ogni ricetta della tradizione anche qui le versioni non si contano, ognuno ha il suo segreto, che non vuole svelare, per preparare questo dolce: chi utilizza burro, chi olio extravergine, chi lievito di birra, chi lievito chimico...

Vediamo come fare...



ZABAIONE CON PANSAROE DI APRICALE

Ricetta tratta dal libro “Lievitati di Liguria – Dolci & salati”, I.Fioravanti e V.Venuti, SAGEP editore



INGREDIENTI (per 5 persone):
  • 250 g farina W 220
  • 2 g lievito di birra liofilizzato (8g se compresso)
  • 1 uovo a temperatura ambiente
  • 40 g zucchero semolato
  • 80 g latte
  • 20 g olio extravergine di oliva
  • scorza grattugiata di limone
  • un pizzico di sale

per finire:
  • olio per friggere
  • zucchero semolato q.b.

per lo zabaione:
  • 4 tuorli
  • 4 cucchiai di zucchero
  • 4 cucchiai di marsala

PROCEDIMENTO:

Nella ciotola dell’impastatrice mettere tutti gli ingredienti tranne l’olio e il sale. Iniziare ad impastare a velocità bassa, quando tutti gli ingredienti sono amalgamati aumentare la velocità e portare ad incordatura. L’impasto così si trasforma: da informe e colloso acquista forza, diventa liscio ed elastico staccandosi perfettamente dalle pareti dell’impastatrice ed aggrappandosi al gancio con cui si impasta. 

Aggiungete il sale e l’olio a filo continuando ad impastare. Fate incordare per bene quindi trasferite l’impasto su una spianatoia, date forma tonda con delle semplici pieghe e ponete a lievitare in una ciotola al riparo da correnti d’aria e coperta con pellicola per 1 ora. 

Quindi stendete col matterello l’impasto fino ad uno spessore di pochi millimetri. Con la rotella dentellata (quella dei ravioli per intenderci) tagliate delle losanghe e lasciateli sulla spianatoia distanziati per un’altra oretta.

Friggete in olio profondo facendo attenzione di non superare mai il punto di fumo, fino a doratura. Scolatele e passatele nello zucchero semolato. 

Servitele calde con lo zabaione.


Per lo zabaione

In un polsonetto di rame sbattere con le fruste i tuorli con lo zucchero, mia nonna mi diceva girando sempre dalla stessa parte 😉 . 

Quando il composto sarà bianco e ben spumoso e comincerà “a scrivere” (a fare dei fili che uniscono frusta con il resto della massa) incorporate il marsala poco alla volta, facendo attenzione a non smontare il tutto.

Cuocete a bagnomaria, continuando a mescolare con le fruste fino a che lo zabaione raggiunge una consistenza spumosa. Non deve mai arrivare a bollore durante la cottura, sarà pronto quando raggiunge una temperatura di circa 85°C, ci vorranno 15-20 minuti. 

Servitelo caldo con le pansarole.


Buon appetito!





Scopriamo ora insieme tutte le proposte de Al km 0 per il tema “mille idee con le uova”:






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giovedì 16 maggio 2019

PIZZA CON PATATE...per Il Granaio!

Ciao a tutti!

per il secondo appuntamento con la rubrica Il Granaio – Baking Time di questo mese, vi lascio la pizza con patate, una pizza molto semplice, senza formaggio, senza pomodoro ma farcita con semplici fettine di patate aromatizzate con rosmarino e insaporite con sale e pepe.
 


Naturalmente potrete aggiungere cubetti di formaggio o dei cubetti di pancetta o di prosciutto per renderla più golosa, ma vi assicuro che anche nella versione che vi presento qui oggi avrete un risultato che vi sorprenderà e appagherà. Qui trovate altre idee per golose pizze.
 
Una scelta perfetta per una cena tra amici o per una merenda, ma tagliata a cubetti, ottima anche per un aperitivo o un buffet.
 

Basta chiacchiere, ora andiamo insieme a vedere come preparare la nostra pizza con patate.


PIZZA CON PATATE


INGREDIENTI (per 3 pizze da 30 cm):

  • 450 g farina (proteine 11/12.5 %)
  • 250 ml acqua oligominerale o di sorgente a temperatura ambiente
  • 12 g sale
  • 1 g lievito birra disidratato
  • semola rimacinata di grano duro q.b. per lo spolvero del piano di lavoro

INOLTRE:
  • 6 / 7 patate medie
  • rametti rosmarino fresco
  • sale q.b.
  • pepe q.b.
  • olio extravergine di oliva


PROCEDIMENTO:

Con una tazzina, prelevate poca acqua, dalla quantità indicata nella ricetta, e scioglietevi il sale previsto per l’impasto.

Nella ciotola dell’impastatrice mettete l’acqua quindi, impastando, aggiungete gradualmente la farina setacciata a parte e il lievito. Dopo aver aggiunto tutta la farina e quando l’impasto inizia a formarsi aggiungete il sale sciolto in acqua.

Continuate a lavorare l’impasto giocando con le velocità dell’impastatrice. Vedrete il vostro impasto formarsi ed incordare. Dovrete ottenere un impasto non appiccicoso, liscio ed omogeneo. Non abbiate fretta.

A questo punto trasferitelo sulla spianatoia, date forma a palla e riponetelo in una ciotola di vetro o porcellana, coprite con pellicola e con un canovaccio e lasciate lievitare per 2 ore (con una temperatura ambientale di 25°C).

Trascorso il tempo di lievitazione (tempo che varierà a seconda delle temperature dell’ambiente) potete procedere allo staglio a mano, cioè dovrete dividere il vostro impasto nelle pezzature che desiderate.

Io ho diviso in tre parti con un peso di circa 250 g ciascuna da cui otterrò poi una pizza di circa 30 cm di diametro (potrete fare anche 4 panetti che poi stenderete in un disco di 22 cm).
 

Riponete ora i vostri panetti su una teglia coperta da carta forno ed infarinata, copriteli con pellicola, e ponete a lievitare per altre 4/6 ore a una temperatura di 25°C in un luogo al riparo da correnti d’aria, il forno spento è perfetto.

Riscaldate il forno alla massima temperatura, per me 280°C, inserendo la vostra pietra refrattaria al suo interno, il mio forno ha quattro livelli di cottura ed io inserisco la refrattaria su quello più in alto e più vicino alla resistenza superiore. Per scaldarla perfettamente ci vuole circa mezz’ora di tempo.
 

Una volta che la lievitazione è completata stendete i panetti uno alla volta su un piano di lavoro spolverato con semola rimacinata di grano duro. Utilizzate per stendere i singoli panetti SOLO le vostre mani, allargate il panetto dal centro verso il bordo delicatamente usando solo i polpastrelli ed aiutandovi con la gravità cioè facendo debordare l’impasto fuori dal piano di lavoro.

Dopo aver steso ogni panetto, trasferitelo su una pala da pizza spolverata di semola o di farina di polenta.

Sbucciate le patate e con una mandolina o un robot da cucina, e tagliatele a fettine sottile. Importante per una cottura uniforme che tutte le fettine abbiano lo stesso spessore.

Distribuite le fettine di patate sulla superficie delle pizze una vicina all’altra senza sovrapporle, quindi spolverate la superficie con aghi di rosmarino tritati e insaporite con pepe e una spolverata di sale grosso. Infine un giro di olio extarvergine di oliva su tutta la superficie.

Infornate direttamente sulla piastra rovente facendo scivolare direttamente dalla pala la vostra pizza. Lasciate cuocere 7/8 minuti. 

NOTE:

  • Farina: importante è la percentuale di proteine, da cui dipenderà poi la formazione della maglia glutina che è responsabile dell’elasticità della pasta. Quindi per la nostra pizza le proteine dovranno essere 11/12.5 % percentuali indicativamente quindi una farina con una forza da 220 a 380 W. Forza necessaria per affrontare una lunga lievitazione che renderà la pizza molto digeribile.
  • Acqua: meglio se oligominerale o di sorgente (il cloro inibisce la formazione dei lieviti essendo un disinfettante).
  • Idratazione: indicativamente si può dire che con più idratazione e meno tempo di impasto si ottiene pasta più croccante. Mentre per una pizza soffice dovrete diminuire l’idratazione e allungare i tempi di impasto.
  • Zuccheri: non sono necessari per la pizza. A differenza che nel pane dove aiutano la colorazione e rendono più croccante il prodotto finito.
  • Sale: importante per il sapore e per l’elasticità dell’impasto. Non deve mai essere aggiunto nell’impasto contemporaneamente al lievito perché ne uccide le cellule provocandone la plasmolisi. Quindi o si aggiunge per ultimo dopo qualche minuto di impasto oppure si può aggiungere per primo ma allora il lievito dovrà essere aggiunto per ultimo.
  • Lievito: nella ricetta io utilizzerò il lievito di birra disidratato 
  • Tempi di lievitazione: i tempi indicati sono da considerarsi per una temperatura ambientale di 25°C ovviamente dovranno essere modificati se questa sarà maggiore od inferiore.


Buon appetito!



Ed infine ecco il paniere completo di questo appuntamento:




Da Carla: Grissini cacio e pepe
Qui da noi: Pizza con patate
Da Natalia: Pan Bauletto con latte di soia
Da Sabrina: Grissini semintegrali con farina di lenticchie rosse, senza lievitazione  ‎
Da Simona: Pane con farine Senatore Cappelli e tipo 1 con lievito madre 
Da Zeudi: Brioches vegane al caffè e cardamomo



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giovedì 9 maggio 2019

CONIGLIO IN PORCHETTA...per Al Km 0!

Ciao a tutti!
 


Il coniglio in porchetta è uno dei miei piatti preferiti, la ricetta arriva da casa del fotografo, non è una ricetta della tradizione genovese ma a tutti gli effetti fa parte della tradizione di casa nostra.
  


Non conosco l’origine di questo piatto, forse il centro Italia (Marche o Toscana), né da chi mia suocera lo abbia imparato, viene preparato un po’ in tutta Italia in modi diversi da zona a zona.
 


È un secondo piatto molto gustoso, semplice da preparare se si compra il coniglio già disossato, perfetto da servire in un giorno di festa, quindi perfetto per il tema di oggi “festa della mamma” della nostra rubrica “Al Km 0” . 



Vediamo come prepararlo insieme...





CONIGLIO IN PORCHETTA


INGREDIENTI (6/8 persone):

  • 1 coniglio intero disossato grande
  • 2 hg prosciutto cotto in fette spesse
  • 2 hg pancetta tesa
  • 4-5 rametti timo
  • 2-3 rametti rosmarino
  • 3 foglie salvia
  • ¼ spicchio d’aglio
  • olio extravergine di oliva q.b.
  • sale e pepe

PROCEDIMENTO:

Preparate un trito molto fine di timo, rosmarino, salvia e aglio. Non esagerate con la quantità di aglio non deve sovrastare gli altri sapori.

Stendete il coniglio cercando di pareggiare i bordi, distribuite il trito aromatico su tutta la superficie. Spolverate di sale e pepe.
 


Coprite con le fette di prosciutto quindi arrotolate il coniglio partendo dal lato corto il più stretto possibile.

Partendo da un lato fasciatelo completamente con le fette di pancetta infine legatelo con spago da cucina, in questo modo la pancetta rimarrà al suo posto.

Trasferite il coniglio così preparato in una teglia coperta di carta forno oppure unta con olio extravergine di oliva. 
Cuocetelo in forno già caldo a 200°C per 45/50 minuti. Durante la cottura bagnate il coniglio con poca acqua calda quando necessario. Se avete un termometro da cucina, la temperatura al cuore del vostro coniglio dovrà aver raggiunto i 74°C per essere cotto. 
Servite caldo tagliato a fette.


Buon appetito!



Scopriamo ora insieme tutte le proposte de Al km 0 per il tema “festa della mamma”:


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  • Pranzo qui da noi: Coniglio in porchetta



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venerdì 3 maggio 2019

TORTA CIOCCOLATO COCCO...per Il Granaio!

Ciao a tutti!

Oggi per il nostro appuntamento con la rubrica de “Il Granaio – Baking time”, non potevo farmi sfuggire l’occasione di proporvi con la nostra Torta cioccolato e cocco, un’idea per utilizzare il cioccolato delle uova nascosto nelle vostre credenze dopo la passata Pasqua.
 


E così eccoci qui, credo che in quasi 7 anni di blog sia la prima volta che seguo la moda del “dopo Pasqua riciclo cioccolato delle uova”, ma come si dice c’è sempre una prima volta.
 


In realtà in questo caso questa torta nasce dalla necessità di utilizzare il cioccolato delle uova, che io nascondo in freezer e non nella credenza, e anche un pacco enorme di farina di cocco acquistato tempo fa dal fotografo in un suo momento di follia (farina già utilizzata in questa Ciambella all’olio extravergine di oliva).
 


È nata così una perfetta torta per la colazione, molto profumata, soffice e semplice da realizzare con una consistenza umida e leggermente farinosa per il cocco. Perfetta sì per la colazione ma anche per una merenda dei nostri bimbi o per un semplice dopo cena.



TORTA CIOCCOLATO E COCCO


INGREDIENTI (per una teglia da 18 cm):

  • 130 g farina 0
  • 100 g zucchero semolato
  • 90 g farina di cocco
  • 90 g yogurt alla vaniglia 
  • 90 g cioccolato fondente
  • 50 g olio extravergine di oliva
  • 2 uova
  • 2 cucchiai di latte
  • ½ bustina lievito per dolci

PROCEDIMENTO:

Ricordate di utilizzare ingredienti il più possibile a temperatura ambiente.

Montate le uova con lo zucchero fino ad avere una massa chiara e spumosa, aggiungete poco alla volta l’olio e anche lo yogurt.

Quindi aggiungete al composto di uova e zucchero: farina, cocco e lievito. Mescolate delicatamente con una spatola in modo da non smontare il composto.

Sciogliete il cioccolato aggiungendo due cucchiai di latte. Lasciatelo raffreddare leggermente quindi aggiungetelo al composto appena preparato. Mescolate con una spatola in modo da rendere il composto omogeneo, oppure mescolate  poco in modo da avere un effetto marmorizzato.

Imburrate e infarinate il vostro stampo, quindi versatevi dentro il composto e livellatelo.

Cuocete in forno già caldo a 180°C per 35-40 minuti. 


Dopo aver fatto la prova stecchino, sfornate. Lasciate raffreddare qualche minuto prima di sformare la vostra torta. 

Fatela raffreddare completamente su una gratella da dolci prima di servirla.



Buon appetito!




Ed infine ecco il paniere completo di questo appuntamento:





  • Qui da noi: Torta cioccolato e cocco 




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