domenica 1 ottobre 2023

I PIEROGI DI SANTA FAUSTINA...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme i PIEROGI per Santa Faustina, un piatto tipico della cucina polacca, sono simili ai nostri ravioli e possono essere sia dolci che salati.



Per questo mese le nostre compagne di viaggio prepareranno: Miria i MARITOZZI AL MOSTO DI CAPENA in onore di San Luca; mentre Simona la TORTA DI ARIGNANO in onore di San Remigio di Reims.


Anche questo mese abbiamo pensato di lasciarvi un piccolo regalo, 
cliccando sulla foto qui di seguito troverete la seconda parte della raccolta sui "Pani devozionali" di cui vi avevo parlato qui
 

 
Suor Maria Faustina Kowalska nacque il 25 agosto 1905 in un piccolo villaggio polacco da una famiglia molto religiosa. Fin da piccola manifestò la volontà di seguire la sua vocazione religiosa ma dovette rinunciarvi perché contrastata dai genitori, poté entrare in convento solo all’età di vent’anni quando venne accolta dalle suore della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia che si trova a Varsavia. Morì a soli 33 anni, il 5 ottobre 1938 e le sue spoglie riposano nel santuario della Divina Misericordia a Cracovia.

Visse sempre nell’obbedienza e nella preghiera in ogni servizio che le veniva affidato, in totale abbandono a Dio. Durante la sua vita fu confortata da varie apparizioni di Cristo, durante le quali le indicava cosa dovesse fare e come trovare la serenità interiore e la piena comunione con Lui.

Fu proprio in una di queste apparizioni che Gesù le chiese di dipingere un quadro secondo ciò che lui le stava mostrando (il quadro della Divina Misericordia): Gesù in piedi, vestito con una tunica bianca, la mano destra benedicente, la sinistra che apre la tunica dalla parte del cuore da dove scaturiscono due raggi, uno bianco e uno rosso. Le chiese di venerare il quadro e poi diffonderlo nel mondo. Qualche anno dopo il Signore insegno a Suor Faustina una particolare forma di preghiera: la Coroncina della Divina Misericordia: “La mia misericordia avvolgerà in vita e specialmente nell’ora della morte le anime che reciteranno questa coroncina”.

Suor Faustina divenne Apostola della Divina Misericordia e fino alla morte si prodigò per far conoscere al mondo la grande misericordia del Signore. Fu proclama Santa dal Santo Padre Giovanni Paolo II nel 2000, e in quell’occasione venne anche stabilito che ogni anno la prima domenica dopo Pasqua si sarebbe festeggiata la Festa della Divina Misericordia.

Fonti:

- Diario di Suor Maria Faustina kowalska 
- Santa Faustina Kowalska 
- Chi è Santa Faustina 
- Biografia 
- Suor Faustina 


I pierogi sono una delle specialità polacche più famose, si tratta di una ricetta tradizionale di cui esistono moltissime varianti, sia salate che dolci. Si sono probabilmente diffusi a partire dal continente asiatico verso la Russia, l’Ucraina, la Bielorussia e la Polonia. Tradizionalmente venivano serviti nelle grandi occasioni, come a Natale, anche se oggi vengono consumati come primo piatto o anche come street food nelle caratteristiche pierogerie.
 


Sono caratterizzati dalla tipica forma a mezzaluna, possono essere fritti oppure bolliti a seconda del ripieno o cotti al vapore. Di solito dopo la bollitura vengono rosolati in padella con il burro e aromatizzati con erba cipollina o prezzemolo.
 


Quelli salati ripieni di verdure o carne sono spesso accompagnati da cipolla o pancetta rosolati, burro sciolto o panna acida. I pierogi dolci sono invece ripieni di frutta fresca di stagione e si servono con le salse di frutta frullata, zucchero oppure pangrattato con il burro sciolto.
 

 
Noi abbiamo scelto la versione con la carne nel ripieno...

PIEROGI
Ricetta tratta da A.De Lorenzi, Il ricettario dei Santi, Mimep-Docete, p116 


INGREDIENTI (per 6 persone):

per la pasta:
  • 500 g farina
  • 2 uova
  • acqua q.b.
  • sale q.b.
per il ripieno:
  • 200 g patate
  • 200 g macinato manzo
  • 200 g ricotta
  • 1 cipolla
  • sale q.b.
per condire:
  • panna acida q.b.
  • prezzemolo q.b.
  • pepe q.b.
  • olio extravergine di oliva q.b.
  • burro q.b.

PROCEDIMENTO:

Preparate la pasta.

Versate la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungete le uova ed impastate con una forchetta. Aggiungete un pizzico di sale e l’acqua necessaria ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Coprite con un panno e lasciate riposare 30 minuti in frigo.

Preparate il ripieno.

Cuocete le patate con la buccia in abbondante acqua salata quindi schiacciatele con il passapatate.

Fate raffreddare quindi aggiungete la ricotta ed aggiustate di sale.

In un tegame fate soffriggere la cipolla tagliate a fettine sottili con qualche cucchiaio di olio. Una volta trasparente aggiungete la carne macinata e cuocete per circa 20 minuti, aggiungendo poca acqua.

Aggiungete sale e pepe.

Riprendete l‘impasto. Stendete la pasta col mattarello, quindi ricavate dei dischi di circa 10 cm di diametro, mettete al centro un cucchiaino d’impasto e chiudete a mezzaluna, sigillate bene i bordi, per non far uscire il ripieno, aiutandovi con i rebbi di una forchetta.
 

Cuocete i pierogi circa 4 minuti in 
abbondante acqua salata, quindi trasferiteli in una padella dove avrete fatto appassire in qualche noce di burro della cipolla tagliata fine.

Servite con panna acida e prezzemolo oppure erba cipollina.



Buon appetito!


Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di novembre.


Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.


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giovedì 21 settembre 2023

FOCACCIA CON UVA FRAGOLA E SEMI FINOCCHIO...per Fruttando!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro primo appuntamento con una nuova rubrica “Fruttando”. Prepareremo insieme una FOCACCIA CON UVA FRAGOLA E SEMI DI FINOCCHIO.
 


Tutto ebbe inizio in un caldo e assolato pomeriggio estivo durante le chiacchiere di tre vecchie amiche: io, Simona di Pensieri&pasticci e Miria di Dueamicheincucina
Stavamo parlando di cucina, di figli, di noi, insomma di tutto un po’ e tra una chiacchiera e l’altra, la brillante mente di Miria coadiuvata dall’altra brillante mente della Simo hanno pensato ad una nuova rubrica.
 

L’idea iniziale era la cucina legata alle stagioni, argomento che ad ognuna di noi sta molto a cuore, ma limitandoci a quello rischiavamo di fare un qualcosa di già visto e così ecco l’idea: cuciniamo con la frutta di stagione ed abbiniamola ad un’erba spontanea oppure una spezia.
 

Ed eccoci qui. Il 21 di ogni mese usciremo con tre ricette nelle quali la frutta sarà protagonista, ogni mese sceglieremo un frutto che lo caratterizza e da lì potremo dare libero sfogo alla nostra fantasia.
 


Così questo mese da Miria troverete degli INVOLTINI DI MAIALE E SALSICCIA ALL'UVA E ROSMARINO,  mentre Simona ci preparerà uno SPEZZATINO DI VITELLO CREMOSO CON UVA E ANICE STELLATO.

Appena l’idea della rubrica ha preso forma, ho pensato che mi sarebbe piaciuto ritornare a pubblicare più ricette legate alla mia regione. Ma non sarà facile! La frutta è un ingrediente difficile dalle nostre parti perché poco utilizzato in cucina. Per questo primo mese ho subito pensato alla focaccia, ad una versione di focaccia che in realtà dalle nostre parti non esiste (è tipica della vicina Toscana, là è la schiacciata qui è la focaccia) ma che mi incuriosiva parecchio.

La scelta del tipo di uva è stato facile, l’uva fragola o come si chiama in dialetto genovese “ûga merélla”, la preferita di mia nonna e quella che più odiavo io da bambina. Mia nonna aveva un piccolo filare che curava e custodiva gelosamente ed oggi quello stesso filare viene curato dai miei genitori. Così in compagnia di una delle mie figlie qualche giorno fa siamo andati dai nonni a raccogliere l’uva per la mia focaccia.

Il risultato mi ha sorpresa. Il caratteristico gusto dell’uva fragola una volta cotta la focaccia, in realtà un po’ svanisce e rimane solo il dolce, forse per questo mi è piaciuta molto, l’unica cosa che non mi convince del tutto sono i semini. L’uva fragola ha semini molto grandi rispetto all’acino e quindi sarebbe stato impossibile eliminarli, ma mangiare la focaccia con tutti quei “crunch” insomma non mi è piaciuto molto.

Ottimo invece l’abbinamento con i semi di finocchio, avrei voluto utilizzare il finocchietto selvatico, ma ho dimenticato di raccoglierlo quando sono andata a prendere l’uva così ho ripiegato sui semi di finocchio, ma il gusto è risultato perfetto.


FOCACCIA CON UVA FRAGOLA E SEMI DI FINOCCHIO
INGREDIENTI (per una teglia 27cm X 35cm):
  • 680 g farina (per pizza)
  • 380 ml acqua tiepida
  • 18 g sale fino
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 2 g lievito di birra liofilizzato (o 7 g lievito birra fresco)
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
ed inoltre:
  • 350 g uva fragola (chicchi)
  • semi di finocchio q.b.
  • zucchero semolato q.b.


PROCEDIMENTO:

Nella ciotola dell’impastatrice aggiungete la farina, il lievito e un cucchiaino di zucchero. Azionate l’impastatrice ed aggiungete l’acqua poco alla volta.

Quando l’impasto inizia a formarsi aggiungete il sale, aumentate la velocità dell’impastatrice ed continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.

Trasferite sulla spianatoia, fate un giro di pieghe, date forma tonda e riponetelo a lievitare per 2 ore (ad una temperatura di circa 25°C).

Trascorso il tempo di lievitazione, riprendete l’impasto e dividetelo in due parti e formate due panetti. Trasferite in una teglia spolverata di abbondante farina, copriteli con un canovaccio e lasciate ancora lievitare per 4-6 ore (temperatura 25°C).

Prendete ora una teglia (27cm x 37cm), coprite il fondo di carta forno. Ungete la carta forno con un cucchiaio di olio quindi stendete con le mani il primo panetto di impasto.

Prendete 200 g di acini di uva fragola e distribuiteli su tutta la superficie dell’impasto appena steso, spolverate con due cucchiaio di zucchero semolato e con una manciata di semi di finocchio.

Stendete sulla spianatoia il secondo panetto di impasto sempre utilizzando solo le mani e quando avrà la dimensione giusta della teglia, coprite l’uva, schiacciando bene sui bordi per fare aderire i due livelli di impasto.

Distribuite i rimanenti chicchi di uva sulla superficie e schiacciateli delicatamente senza romperli sulla pasta. Cospargete la superficie con due cucchiai di zucchero e un filo di olio extravergine.

Lasciate riposare per il tempo che il forno raggiungerà la temperatura corretta di 190°C (circa 30 minuti).

Cuocete in forno già caldo a 190°C per 40-45 minuti.

Servite tiepida...ma anche fredda è buonissima!


Buon appetito!



Con la rubrica “Fruttando” ci rivedremo il 21 ottobre.



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venerdì 1 settembre 2023

TORTA DI VIGNOLO...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme la TORTA DI VIGNOLO, un dolce rustico classico piemontese preparato a Vignolo nel cuneese in occasione della festa dei santi patroni San Costanzo e compagni martiri.
 








 
Per questo mese le nostre compagne di viaggio ci porteranno: Miria sui monti Tiburtini a Castel Madama per scoprire il TOZZOTTO DI SAN MICHELE, un’antica specialità al profumo di anice e alloro preparato in onore di San Michele; mentre Simona preparerà un dolce, tipico della mia regione, la STROSCIA DI PIETRABRUNA, in onore di San Matteo.


Questo mese abbiamo pensato di lasciarvi un piccolo regalo e, grazie al grande impegno di Miria e Simona, abbiamo creato una raccolta di alcune delle nostre ricette che potrete leggere cliccando sulla foto qui di seguito:
 

 

La terza domenica di settembre a Vignolo si festeggiano i santi patroni San Costanzo e compagni martiri. San Costanzo fu uno dei soldati appartenenti alla Legione Tebea, così chiamata perché tutti i soldati che la componevano erano originari di Tebe, scampati all’eccidio di Agauno (odierna Saint-Maurice in Svizzera) ordinato dall’imperatore Massimiano perché i soldati della legione si erano rifiutati di combattere i cristiani e li difesero. Venne decapitato per ordine di Massimiano durante la persecuzione di Diocleziano. Commilitoni di Costanzo furono Costantino, Dalmazzo, Desiderio, Isidoro, Magno, Olimpo, Ponzio, Vittore e Teodoro. Prima di subire il martirio Costanzo riuscì ad evangelizzare la Val Maira. Oggi è patrono, tra gli altri, di Vignolo, Saluzzo e di Villar San Costanzo dove si trova un santuario a lui dedicato, si trovano effigie a lui dedicate in diversi luoghi della val Maira.

Fonti:
- San Costanzo Martire 
- Santi Costanzo e compagni Martiri 
- Costanzo (Legione Tebea) 
- Legione Tebea 

 



La torta di Vignolo è un’antica ricetta vignolina realizzata con le materie prime locali, Vignolo era un paese ricco di noccioleti e vigneti, e un tempo cotta nei forni comuni o in quelli dei panettieri. I particolari segni, eseguiti secondo simbologie tramandate in ogni famiglia, che venivano e vengono incisi sulla torta oggi sono semplici decorazioni, un tempo erano importanti per poter riconoscere le proprie torte nei forni comuni.

La tradizione vuole che si confezionino sei torte e che gli ingredienti della torta abbiano tutti sempre lo stesso dosaggio, sempre quantificato con il numero del tre o un suo multiplo.




Prepariamo insieme la torta...

TORTA DI VIGNOLO
Ricetta tratta da “I dolci delle feste” Slow Food Editore 


INGREDIENTI (per una teglia 6 torte):
  • 300 g farina grano tenero
  • 300 g nocciole sgusciate
  • 300 g biscotti secchi
  • 3 tuorli d’uovo
  • 300 g zucchero semolato
  • 300 g burro
  • olio extravergine di oliva (se necessario)

PROCEDIMENTO:

Sbriciolate i biscotti secchi e tritate finemente le nocciole tostate.

In una ciotola (o direttamente sulla spianatoia) unite la farina con lo zucchero, i biscotti sbriciolati e le nocciole.

Unite i tuorli, il burro fuso e impastate velocemente aiutandovi all’inizio con un cucchiaio.

Se il composto dovesse risultare troppo asciutto, aggiungete poco olio extravergine alla volta oppure dell’albume sbattuto.

Quando avrete ottenuto un impasto abbastanza compatto, pesatelo e dividetelo in 6 parti (nel mio caso ogni parte era circa 260 g) e con ogni parte formate una palla. Disponetele su carta forno e con le mani schiacciate ogni palla dando forma ad una torta rotonda di circa 1 cm di spessore (le mie torte hanno un diametro di circa 16 cm).

Decorate la superficie con cerchi di diverse dimensioni aiutandovi con un coppapasta o con un semplice bicchiere premuto sulla superficie della torta e con disegni fatti con i rebbi di una forchetta.

Cuocete in forno giù caldo a 180°C per 25 minuti circa. Dovranno essere ambrate e croccanti.


Buon appetito!


Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di ottobre.


Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.


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sabato 1 luglio 2023

MAGDALENENSTRIEZELN (Dita di S. Maria Maddalena)...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme un dolce della tradizione tedesca dedicato a Santa Maria Maddalena chiamato MAGDALENENSTRIEZELN, o Dita di Santa Maria Maddalena.
 






 
Per questo mese le nostre compagne di viaggio ci porteranno: Miria ad Ischia per scoprire il CONIGLIO ALL’ISCHITANA  un secondo preparato in onore di Sant’Anna; Simona in Toscana e anche la sua ricetta sarà in onore di Sant’Anna ma sarà un contorno, i FAGIOLINI DI SANT’ANNA.


Maria Maddalena nacque a Magdala, un villaggio di pescatori sul lago di Tiberiade. Fu tra coloro che amarono maggiormente Cristo: la troviamo sotto la Croce insieme a Maria e San Giovanni, non fuggì per paura di ripercussioni come capitò ai discepoli, non lo rinnegò mai come fece Pietro. Fu “apostola tra gli apostoli” perché per prima corse a dare l’annuncio della resurrezione agli altri apostoli e anche “evangelista” perché portatrice della Buona Novella.
  




 
Il culto per Santa Maria Maddalena, che si festeggia il 22 luglio, è molto sentito in Francia dove si dice che la Santa arrivò dopo la morte e resurrezione di Cristo ed iniziò una grande opera di evangelizzazione. Lo scorso anno vi abbiamo raccontato delle Madeleine.
 

La ricetta di oggi invece arriva dalla tradizione gastronomica tedesca, il 22 luglio ricorda la Santa preparando questi piccoli bastoncini di frolla ricoperti di mandorle che simboleggiano le dita della Maddalena “penitente” intrecciate in preghiera e che ebbero l’onore di sfiorare i piedi di Gesù e prepararono il suo corpo per la sepoltura.

Fonti:
- Magdalenenstriezeln 
- Maria Maddalena 
- Maria Maddalena
 

 
Prepariamole insieme...

MAGDALENENSTRIEZELN  (Dita di Santa Maria Maddalena)
Ricetta tratta da Hicookery ...a sua volta adattata dal testo “Cooking with the Saint” di Ernst Schuegraf


INGREDIENTI (per una teglia quadrata 20x20cm):
  • 110 g burro morbido
  • 120 g zucchero semolato
  • 3 uova a temperatura ambiente
  • 45 g panna acida
  • 320 g farina
  • mandorle a lamelle q.b. (circa 60 g)
  • 45 g zucchero di canna

PROCEDIMENTO:

In una ciotola, con l’aiuto di una frusta, montate il burro con lo zucchero fino ad avere una crema liscia.

Aggiungete ora un uovo alla volta continuando a lavorare il composto con la frusta.

Unite ora la panna acida ed infine la farina incorporandola al composto con una spatola.

Coprite con carta forno una teglia quadrata (se preferite imburrate ed infarinatela) quindi trasferite il composto al suo interno. Livellate per bene con una spatola, l’impasto non dovrà avere uno spessore maggiore di 2,5 cm.

Cospargete l’intera superficie con le lamelle di mandorle (andrebbero bene anche le mandorle tritate a bastoncini fini) e lo zucchero.

Cuocete in forno già caldo a 180°C per 35 minuti.

Sfornate. Fate raffreddare per 5 minuti quindi tagliate a strisce di poco più di un cm e servite “incrociate” una sopra l’altra.



Buon appetito!



Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di agosto.


Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA  che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.


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giovedì 1 giugno 2023

TORTA DI SAN PIETRO...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme la TORTA DI SAN PIETRO, un croccante guscio di frolla che racchiude al suo interno un composto di mandorle aromatizzato al Sassolino.




Per questo mese le nostre compagne di viaggio ci porteranno: Miria a Malaga per scoprire lo SPIEDINO DI SARDINE  un secondo preparato in onore di San Giovanni; mentre Simona preparerà un dolce la TORTA GRADELA ALLE PERE, preparate ad Albiano per la Sant’Antonio.


Simone, è Gesù a chiamarlo Pietro, nato a Betsaida, viveva a Cafarnao ed era un pescatore del lago di Tiberiade. Primo tra i discepoli a professare che Gesù era il Cristo, e a professare quindi la fede in Cristo, fu testimone della predicazione, morte e resurrezione di Gesù. Il suo compito fu quello di radunare la comunità apostolica e poi di guidarla come primo vescovo di Roma, ruolo datogli da Gesù Cristo stesso: 

Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”.

Subì il martirio tra il 64 e il 67 durante le feroci persecuzioni contro i cristiani all’epoca dell’imperatore Nerone, e fu sepolto sulle pendici meridionali del colle Vaticano. Nei duemila anni successivi alla sua morte sulla sua tomba vennero eretti una straordinaria successione di monumenti: prima una piccola edicola funeraria (Trofeo di Gaio) cent’anni dopo il suo martirio, che poi dall’imperatore Costantino venne racchiusa in una teca marmorea. Sul monumento di Costantino venne poi costruito a fine 500 l’altare di Carlo Magno, poi sostituito dall’altare di Callisto II nel 1123 ed infine nel 1594 dall’altare di Clemente VIII che poi sarò successivamente coperto dal baldacchino del Bernini sotto al cupola michelangiolesca della basilica di San Pietro.

San Pietro si festeggia il 29 giugno insieme a San Paolo apostolo in una delle feste più antiche e solenni del calendario liturgico. Venne inserita nel messale dalle origini della chiesa, già nel IV secolo vi era l’usanza di celebrare in questo giorno tre S.Messe: una nella basilica di San Pietro in Vaticano, una a S.Paolo fuori dalle mura ed infine l’ultima nelle catacombe di S.Sebastiano, dove le reliquie dei due santi vennero nascoste per diverso tempo per evitare le profanazioni barbariche.

Fonti:
- La tomba di San Pietro 
- San Pietro Apostolo 
- San Pietro 
- San Pietro 
- San Pietro 


La torta che vi proponiamo oggi, un tempo veniva preparata il giorno di San Pietro per la festa del patrono della città di Castelnuovo Garfagnana.
 


Veniva anche chiamata torta garfagnina oppure torta dei due santi per ricordare anche San Paolo. È una ricetta molto antica che oggi viene preparata comunemente in ogni periodo dell’anno. È costituito da un guscio di frolla che può essere chiuso con le classiche strisce tipo crostata, oppure senza copertura o ancora chiudendo la crostata completamente. Al suo interno il ripieno è preparato con le mandorle ed è aromatizzato al Sassolino, un liquore a base di anice che può essere sostituito da rum o cognac.
 


 
Ho fatto qualche modifica che vi indicherò tra parentesi.

Prepariamo insieme la torta...



TORTA DI SAN PIETRO
Ricetta tratta da QUI 


INGREDIENTI (per una teglia 26 cm diametro):

per la frolla:
  • 300 g farina
  • 3 tuorli (per me: 3 tuorli + 1 uovo intero)
  • bucci grattugiata di un limone
  • 100 g burro
  • 150 g zucchero
  • un pizzico di sale
per il ripieno:
  • 3 albumi d’uovo
  • 300 g mandorle pelate (per me: 400 g mandorle non pelate)
  • ½ bicchierino di Sassolino (per me: marsala)
  • 300 g zucchero (per me: 200 g zucchero)

PROCEDIMENTO:

Preparate la frolla:

In una ciotola unite tutti gli ingredienti (ho aggiunto l’uovo intero perché la frolla rimaneva molto “sbriciolosa” e non riuscivo ad impastarla, se avrete lo stesso problema aggiungetelo poco alla volta) quindi impastate prima con un cucchiaio e poi aiutandovi con le mani, fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.

Lasciate riposare in frigo mezz’ora avvolto da pellicola, quindi stendetelo ad uno spessore di circa 5 mm (aiutatevi con due fogli di carta forno) e foderate una teglia da 26 cm di diametro precedentemente imburrata e infarinata (oppure coperta di carta forno). Trasferite ora la teglia col guscio di frolla in frigo per il tempo che preparerete il ripieno.

Preparate il ripieno:

Frullate le mandorle con lo zucchero fino a renderle farina.

In una ciotola aggiungiamo gli albumi leggermente montati quindi le mandorle con lo zucchero, il liquore e mescoliamo bene.

Possiamo ora completare il nostro dolce.

Riprendiamo il guscio di frolla e versiamo al suo interno il composto di mandorle appena preparato e livelliamo bene.

Con la pasta avanzata potete fare le classiche strisce come me, oppure coprire del tutto il ripieno o ancora non mettere nulla.

Io ho preferito fare le strisce, quindi ho rifinito i bordi.

Cuocete in forno già caldo a 180°C per 40-45 minuti.

Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di servire.




Buon appetito!


Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di luglio.

Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.

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lunedì 1 maggio 2023

LE BEATINE DI GHEMME...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme una ricetta piemontese, le BEATINE DI GHEMME, sono frollini alle mandorle dedicati a beata Panacea De’ Muzzi.
 



Per questo mese le nostre compagne di viaggio ci porteranno: Miria nella sua Umbria per scoprire il CIAMBELLOTTO DEI CERI  un dolce eugubino preparato in onore di Sant’Ubaldo; mentre Simona preparerà le TISICHELLE ABRUZZESI, preparate in Abruzzo per la Pentecoste.
  

Beata Panacea nacque a Quarona, in Valsesia, nel 1368. La madre morì quando Panacea era ancora molto piccola ed il padre Lorenzo decise di risposarsi per il bene della figlia. Purtroppo la sua scelta non si rivelò di aiuto per la piccola, subito iniziarono i maltrattamenti da parte della matrigna che costringeva Panacea, dedita da sempre alla preghiera e alla carità, a svolgere pesanti lavori ogni giorno. Nonostante questo Panacea riusciva ogni giorno a trascorrere il proprio tempo in preghiera con la aiuto degli angeli che portavano a termine tutti i lavori al suo posto. Una sera del 1383 la matrigna, vedendo rientrare il gregge senza Panacea, si recò sul monte Tucri a cercarla. La trovò assorta in preghiera e presa dalla rabbia la colpì ripetutamente con un fuso, che la ragazza utilizzava per filare, uccidendola. Subito le campane della chiesa iniziarono da sole a suonare, la popolazione del piccolo paesino piemontese trovò il corpo di Panacea accanto ad un fascio di legna che continuava a bruciare senza però consumarsi.

La piccola Panacea fu seppellita a Ghemme e rapidamente il suo culto si diffuse fin dal 1400. Per la Chiesa La pastorella venne beatificata solo nel 1867 da Papa Pio IX. A Quarona vennero edificati due oratori in suo onore, uno sul luogo del suo martirio e il secondo dove si trovano le sue reliquie. Il suo corpo, meta di pellegrinaggio non solo da parte della popolazione del luogo, si trova nella chiesa di Ghemme.

Beata Panacea viene ricordata il 5 maggio, mentre in Valsesia viene festeggiata il primo venerdì di maggio. In suo onore vengono prodotte le BEATINE DI GHEMME, sono frollini a base di mandorle con una forma particolare che ricorda Panacea in preghiera con le mani giunte sulla testa e il fuso con cui fu colpita che simboleggia il martirio da lei subito. Talvolta si trovano anche decorate con zuccherini colorati di rosso sempre in ricordo del martirio.




Un tempo era tradizione che i pellegrini dopo aver acquistato i biscotti si recassero in chiesa per benedirli. Qui i sacchettini con i biscotti venivano benedetti facendoli calare all’interno del sepolcro della Beata posto al centro della chiesa.

Fonti:

- Panacea De’ Muzzi 
- Beatine di Ghemme PAT 
- Beatine di Ghemme, dolci del novarese 
- Sebastiano Vassalli e la “bassa” 





 
Prepariamo insieme le Beatine...


BEATINE DI GHEMME
Ricetta tratta dal libro “Santa pietanza”, L.Capasso, G.Esposito, Guido Tommaso Editore, p180
INGREDIENTI:
  • 300 g farina 00
  • 225 g mandorle (o se volete farina di mandorle)
  • 150 g zucchero a velo (per me semolato)
  • 200 g burro
  • 90 g uova (poco meno di 2 uova medie)
  • scorza grattugiata di 2 limoni
  • 1 pizzico di sale
  • 1 uovo per spennelare
Inoltre:
  • zucchero a velo q.b.

PROCEDIMENTO:

Frullate le mandorle con lo zucchero fino a renderle farina.

In una ciotola unite la farina al composto mandorle e zucchero, aggiungete la scorza di limone e il sale e mescolate. Unite ora il burro e fatelo assorbire per bene dalla farina otterrete un composto umido e a briciole. Unite ora le uova, impastate velocemente senza scaldare troppo l’impasto.

Compattate l’impasto appiattitelo e dopo averlo fasciato con pellicola trasferitelo in frigo per almeno 2 ore.

Dopo il riposo riprendete l’impasto, stendetelo tra due fogli di carta forno ad uno spessore di 5-6 mm quindi ritagliate i biscotti. Per ricreare la forma dei biscotti ho utilizzato una forma ritagliata da un cartoncino e con pazienza ho ricavato i biscotti dalla frolla stesa aiutandomi con un coltellino.

Trasferite i biscotti su una teglia ricoperta di carta forno, spennellateli con un uovo leggermente sbattuto e cuoceteli in forno già caldo a 180°C per 10-12 minuti fino a doratura.

Lasciate raffreddare quindi serviteli con una spolverata di zucchero a velo.

Buon appetito!


Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di giugno.

Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA  che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.



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lunedì 10 aprile 2023

CAPORALI GENOVESI...per Biscotti dal mondo!

Ciao a tutti!

Eccoci all’ultimo appuntamento mensile con la rubrica “Biscotti dal mondo”, oggi il nostro viaggio ci riporterà in Italia nella mia città Genova, per raccontarvi dei CAPORALI, parenti stretti dei savoiardi ma con una consistenza diversa, i caporali rimangono molto morbidi e leggeri.
 


Ebbene sì, tutto inizia e prima o poi finisce, e così anche la nostra bella rubrica è giunta al termine, è stato un viaggio molto interessante tra i biscotti di tutto il mondo in cui abbiamo scoperto mille sapori, forme e storie. Ringrazio le mie compagne di viaggio per questa bella opportunità.

  

Idealmente dopo tante peregrinazioni nel mondo, volevo concludere il nostro lungo viaggio con un rientro a casa, per questo motivo ho deciso di preparare i CAPORALI biscotti tipici della mia città Genova, ma che in forme e preparazioni molto simili e con altri nomi ritroviamo anche in altre regioni italiane.
 


Difficile trovare l’origine dei caporali, e anche una vera ricetta precisa. Ogni pasticceria genovese li prepara da sempre e con una sua ricetta custodita gelosamente.

Sono preparati con ingredienti molto semplici: uova, zucchero, e farina e aromatizzati con poca buccia di limone, vaniglia o ancor meglio acqua di fiori d’arancio. Servono come base di dolci molto golosi come la zuppa inglese o il tiramisù, ma sono principalmente consumati in purezza accompagnati da un caffè o da un tè fumanti.
 


Come gli anicini vengono spesso portati in dono durante le visite a parenti ed amici o a persone convalescenti, ricordo benissimo le grandi scorpacciate che ne facevamo da bambini a casa della nonna.
 


La loro realizzazione non è difficile, dovremo solo essere molto veloci...

CAPORALI GENOVESI
Ricetta tratta da qui


INGREDIENTI:
  • 6 uova
  • 200 g farina
  • 200 g zucchero
  • 25 g acqua
  • scorza grattugiata di limone (o acqua fiori d’arancio)
  • pizzico di sale
per finire:
  • zucchero a velo
  • zucchero semolato

PROCEDIMENTO:

Dividete i tuorli dagli albumi.

Montate a neve fermissima gli albumi con un pizzico di sale e 60 g di zucchero preso dal totale della ricetta (aggiungete lo zucchero mentre montate gli albumi continuando a lavorare). Tenete da parte.

Montate ora i tuorli con i restanti 140 g di zucchero, 25 g acqua (circa 2 cucchiai) e la scorza di limone (oppure acqua fiori d’arancio o anche vaniglia). Dovrete ottenere un composto chiaro e spumoso, non abbiate fretta e lavorateli a lungo.

Setacciate la farina ed aggiungetela poco alla volta ai tuorli montati, lavorate con una spatola facendo movimenti dal basso verso l’alto per incorporare aria.

Ora unite gli albumi al composto con tuorli e farina, aggiungeteli poco alla volta aiutandovi con una spatola e sempre con movimenti dal basso verso l’alto, attenzione a non smontare l’impasto.

Dovrete usare l’impasto subito col tempo tende a smontarsi e i caporali risulteranno più sottili.

Trasferite il composto in una sacca da pasticcere con bocca liscia (la mia 13 mm) e, su una teglia coperta di carta forno, create dei bastoncini lunghi 6-7 cm ben distanziati tra loro.

Spolverizzate ogni bastoncino con zucchero semolato e abbondante zucchero a velo, quindi infornate in forno già caldo a 160°C per 20 minuti circa. Non dovranno colorarsi, devono rimanere abbastanza pallidi.

Lasciateli raffreddare completamente prima di staccarli dalla carta forno e riporli su un vassoio tutti ben ordinati ed allineati tra loro.


Buon appetito!


LE RICETTE DEL TEAM:

1 Lucia: Ciambelle strozzose marchigiane di Pasqua 

2 Monica: Caporali genovesi 

3 Miria: Cavacas o bolos de gema, biscotti portoghesi al tuorlo 

4 Simona: Ginger fingers biscotti canadesi allo zenzero 


  





Ricordate che tutte le ricette della rubrica "BISCOTTI DAL MONDO" sono raccolte in un’utilissima MAPPA INTERATTIVA  che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.


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sabato 1 aprile 2023

CANESTRELLI DELLA DOMENICA DELLE PALME...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento mensile con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme una ricetta ligure, i CANESTRELLI DELLA DOMENICA DELLE PALME, sono ciambelle di pasta lievitata con pochi grassi, aromatizzate all’anice e decorate con tanti zuccherini colorati.




Per questo mese le nostre compagne di viaggio ci porteranno: Miria a Malta per scoprire i RESURRECTION COOKIES  in cui ogni passaggio e ingrediente ha un significato simbolico; mentre Simona preparerà la TORTA DI SAN ZENO, una torta semplice e golosa dedicata al santo patrono di Verona.


La Domenica delle Palme si ricorda e festeggia l’ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme. Gesù prima del suo ingresso in città, invia due dei suoi discepoli a prendere in prestito un asinello (secondo Matteo, Marco e Giovanni; un puledro secondo Luca) legato ad una porta nel villaggio di fronte a loro. Sull’asinello, Gesù, salirà per entrare in città dove verrà poi accolto dalla gente festante, mentre agita fronde di palme e stende mantelli sul suo cammino gridando a gran voce: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli! (Mt 21,5)”.

A memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme per portare a compimento il suo mistero pasquale, nelle nostre chiese viene fatto un ingresso solenne con una processione di fedeli con rami di ulivo e palme guidata dal sacerdote con indosso le vesti liturgiche di colore rosso.
 


In molte zone della mia regione, la Liguria, sia a Ponente che a Levante, è tradizione preparare il CANESTRELLO DELLA DOMENICA DELLE PALME. La mattina delle Palme si usa portare in chiesa insieme al rametto di ulivo e la palma un canestrello preparato o comprato nei forni del paese per farlo benedire durante la Santa Messa.


Fonti:

- I.Fioravanti, V.Venuti, “Lievitati di Liguria”, SAGEP 
- Intervista a Sergio Rossi 
- S.Rossi, “La cucina dei Tabarchini”, SAGEP 


La ricetta che vi propongo è tratta dal libro “Lievitati di Liguria” edito di SAGEP di due amiche mie conterranee Ilaria e Valentina”. Rispetto alla ricetta originale ho solo raddoppiato le dosi.



CANESTRELLI DELLA DOMENICA DELLE PALME
Ricetta tratta dal libro “Lievitati di Liguria”, I.Fioravanti, V.Venuti, SAGEP,p101

INGREDIENTI (per 10 canestrelli):
  • 500 g farina (di media forza)
  • 3 g lievito di birra disidratato (o 10 g lievito birra fresco)
  • 4 tuorli
  • 80 g zucchero
  • 200 g latte tiepido
  • 70 g burro a temperatura ambiente
  • 2 cucchiai di liquore all’anice
  • 7 g sale

Inoltre:
  • acqua q.b.
  • 2 cucchiai di zucchero
  • mompariglia colorata

PROCEDIMENTO:


In una ciotola o nell’impastatrice, aggiungete la farina col lievito e il latte tiepido ed iniziate ad impastare. Continuando ad impastare, aggiungete poco alla volta lo zucchero, i tuorli e il liquore all’anice. Quando l’impasto inizia a formarsi, iniziate ad aggiungete il burro a tocchetti poco alla volta, facendolo amalgamare ogni volta. Infine aggiungete il sale. Fate incordare per bene, formate una palla con l’impasto, quindi trasferitelo in una ciotola leggermente unta. Lasciatelo riposare coperto per un’ora in un luogo tiepido.

Riprendete l’impasto, dividetelo in 10 palline (circa 100 g l’una), disponetele sulla spianatoia copritele con un canovaccio e lasciatele riposare per 15 minuti.

Da ogni pallina formate un filoncino lungo 20-25 cm, unite le estremità a formare un anello, lasciate il foro centrale molto ampio altrimenti lievitando si chiuderà.

Trasferite i canestrelli su due teglie coperte con carta forno ben distanziati tra loro. Copriteli e lasciateli lievitare fino al raddoppio (dipende dalla temperatura, in questo periodo ci sono volute due ore).

Cuocete in forno già caldo a 180°C per circa 20 muniti o fino a doratura.

Con lo zucchero e poca acqua, preparate uno sciroppo scaldando su fuoco medio per pochi minuti. Spennellate ogni canestrello ancora caldo con lo sciroppo e decorate con abbondante mompariglia colorata.
 

Buon appetito!



Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di maggio.


Inoltre ricordate che tutte le ricette de "Alla mensa coi Santi" sono raccolte in una utilissima MAPPA INTERATTIVA  che vi permetterà di avere una visione di insieme e da cui potrete facilmente consultarle.



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