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sabato 1 agosto 2020

MELANZANE RIPIENE ALLA LIGURE...per Alla mensa coi Santi!

Ciao a tutti!

Eccoci al nostro appuntamento con la rubrica, “Alla mensa coi Santi”. Oggi prepareremo insieme le melanzane ripiene alla ligure in onore di San Lorenzo, uno dei martiri più venerati dalla chiesa.



Come ogni mese abbiamo cercato di comporre un piccolo menù con le nostre proposte dedicate ai Santi festeggiati nel mese in corso. Qui da noi troverete un antipasto che può essere anche un aperitivo o anche un secondo: le melanzane ripiene dedicate a San Lorenzo, martire festeggiato il 10 agosto. Simona si è dedicata alla preparazione di un secondo: i Saltimbocca gustosi alla San Rocco, piatto tipico della Tuscia. Infine da Miria troverete il dolce: la corona di San Bartolomeno, una particolare preparazione tipica della Toscana.


Le notizie sulla vita di San Lorenzo sono molto scarse. Si conosce il suo paese di origine, la Spagna, e si sa che compì i suoi studi umanistici e teologici a Saragozza da dove poi si spostò a Roma al seguito di papa Sisto II che lì conobbe. Giunto a Roma divenne responsabile delle attività caritative della diocesi di Roma occupandosi dei poveri della città.

Il suo martirio avvenne a causa dell’imperatore Valeriano, che condannò a morte tutti i vescovi, presbiteri e diaconi. Lorenzo fu ucciso quattro giorno dopo papa Sisto II, il 10 agosto, non si ha però certezza sul suo martirio che sarebbe avvenuto su una graticola ardente.

In ricordo dei carboni ardenti su cui il santo fu martirizzato, la notte di San Lorenzo è associata al fenomeno delle stelle cadenti. In quei giorni la terra attraversa le Perseidi, un gruppo di meteore, e il fenomeno delle stelle cadenti è particolarmente evidente.

Notizie tratte da qui.
  

Per tradizione nella mia regione a San Lorenzo si dedicano le melanzane ripiene. Inutile dirvi che la ricetta vera e propria non esiste, nel senso che ogni famiglia ha la sua.
 

Le melanzane che vengono utilizzate sono quelle tipiche genovesi, delle piccole melanzane tonde, sode, piuttosto amare che quindi ben si prestano ad essere farcite. Le melanzane vanno bollite prima di farcirle e questo passaggio è fondamentale per eliminare un po’ di quell’amaro che è tipico di queste piccole delizie. Non fatevi tentare da cotture più moderne, come quella a vapore, che ha sì il pregio di non far rovinare le melanzane ma non riesce ad eliminare parte dell’amaro delle melanzane.
 

Vediamo come procedere..


MELANZANE RIPIENE ALLA LIGURE
INGREDIENTI:
1 kg melanzane piccole tonde
pane raffermo q.b.
latte q.b.
2 uova
1 cipolla piccola
50 g parmigiano reggiano grattugiato
origano essiccato e setacciato
olio extravergine di oliva
pangrattato q.b.
sale q.b.
noce moscata q.b.


PROCEDIMENTO:

Per prima cosa pulite le melanzane senza eliminare completamente il picciolo di ogni melanzana ma eliminando le spine e le foglie attorno al gambo. Quindi tagliatele a metà e lessatele in abbondante acqua salata fino a che la polpa sarà morbida.

Scolatele e lasciatele intiepidire. Quando saranno abbastanza fredda da poterle maneggiare, con un cucchiaino svuotate le melanzane e posizionatele in una teglia coperta con carta forno oppure solo oliata.

Raccogliete la polpa così ottenuta su un tagliere, eliminate il più possibile l’acqua di vegetazione, strizzando la polpa, quindi tritatela grossolanamente con un coltello.

In una padella scaldate due cucchiai di olio, aggiungete la cipolla tritata. Fate appassire ed aggiungete la polpa delle melanzane tritate. con questo passaggio in padella si dà sapore alla polpa delle melanzane ma soprattutto serve ad asciugare la polpa. 

Fate insaporire per qualche minuto a fiamma vivace quindi raccogliete il tutto in una ciotola.

Aggiungete del pane (circa 200-250 g) ammollato nel latte e strizzato, non so darvi una quantità precisa. Aggiungete le uova, il formaggio grattugiato, abbondante origano e abbondante noce moscata.

Mescolate bene tutti gli ingredienti, dovrete ottenere un ripieno morbido ed umido.

Aiutandovi con un cucchiaino riempite con il ripieno appena fatto tutte le melanzane. Riponetele ordinate una vicina all’altra su una teglia oliata o ricoperta di carta forno.

Una volta riempite tutte cospargetele di pangrattato, un giro di olio extravergine di oliva. Infine cuocete in forno già caldo a 180°C per 35-30 minuti.

Potrete servirle tiepide ma anche fredde.



Note:

- nel ripieno potrete aggiungere 150 g di mortadella tritata;

- o ancora potrete aggiungere 20 g funghi secchi ammollati e tritati;

- potrete inoltre evitare di passare in padella la polpa con la cipolla, utilizzandola subito dopo averla tritata, passandola in padella le donerete più gusto;

- potrete riempire le melanzane e surgelarle per poi cuocerle in forno direttamente surgelate;

- potrete anche friggere le vostre melanzane invece di cuocerle al forno.



Buon appetito!




Con la rubrica “Alla mensa coi Santi” ci rivedremo il primo di settembre.




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giovedì 9 luglio 2020

INSALATA DI POLPO ALLA TELLARESE...per Al Km 0!

Ciao a tutti!

Oggi prepariamo insieme l’Insalata di polpo alla Tellarese, per il nostro appuntamento mensile con la rubrica de “Al km 0” che ha per tema “cucina a basse calorie”.
  


Conosco e mangio il polpo con le patate da sempre, da quando da bambina accompagnavo mio padre a pesca, ma che, con l’aggiunta di pochi aromi, si chiamasse Insalata di polpo alla Tellarese l’ho scoperto ultimamente leggendo un post di un’amica, Francesca, genovese come noi.
 

Tellaro è un piccolo borgo marinaro affacciato sul Golfo de La Spezia; è la frazione più orientale del comune di Lerici. È stato censito tra i borghi più belli d’Italia e nel tempo è stato la meta di molti artisti stranieri e italiani che si sono rifugiati in questo meraviglioso luogo.
 

L’insalata di polpo è un piatto simbolo di questo luogo e il perché viene spiegato con una leggenda. Si racconta che Tellaro venne salvata da un attacco notturno di pirati saraceni dal suono martellante delle campane della chiesa attivate da un gigantesco polpo. Ed ecco perché a Tellaro il polpo è diventato un simbolo e viene festeggiano anche in una sagra che si svolge nel mese di agosto.
 

Quella che vi lascio oggi è una ricetta molto semplice, tutto il lavoro è fatto con la cottura del polpo, poi è sufficiente condirlo con un intingolo di olio, aglio, prezzemolo, olive taggiasche e sale e il gioco è fatto. Qualche anno fa abbiamo pubblicato un’altra ricetta col polpo come protagonista che sarebbe perfetta per il tema de Al Km 0 di oggi, il carpaccio di polpo.


INSALATA DI POLPO ALLA TELLARESE
ricetta originale presa dal blog di Francesca La maggiorana persa
INGREDIENTI per 5 persone:
  • 1,9 kg polpo
  • 5 patate grandi
  • 100 g olive taggiasche
  • ½ spicchio d’aglio
  • succo di 1 limone
  • 5-6 rametti di prezzemolo
  • sale e pepe q.b
  • olio extravergine di oliva

PROCEDIMENTO:

Lavate le patate per eliminare eventuali residui di terra, non sbucciatele, ponetele in una capiente pentola e copritele con abbondante acqua fredda quindi ponete sul fuoco e portate a cottura. Una volta cotte (circa 30 minuti dal bollore, controllate con una forchetta) fatele appena intiepidire quindi sbucciatele e tagliatele a tocchetti. Tenete da parte.

Nel frattempo pulite il polpo: eliminate le interiora rovesciando il corpo del polpo (comunemente definita testa), trasferitelo su un tagliere e con un coltello fate due incisioni al di sopra e al di sotto degli occhi ed eliminateli. Ora eliminate il becco che si trova nella parte sotto al centro dei tentacoli, incidendo col coltello e facendo una piccola pressione. Infine, sciacquate bene il polpo sotto l’acqua corrente, in modo da eliminare eventuali residui di sabbia dalle ventose.

Appena l’acqua bolle salate, prendete il polpo dalla testa immergendolo per tre volte, in questo modo si arricceranno i tentacoli. Finita questa operazione immergete definitivamente il polpo nell’acqua e portate a cottura. Questa operazione non cambia in nessun modo il gusto del polpo, ma rende i tentacoli ben arricciati e quindi belli a vedersi.

Il tempo di cottura varia a seconda della dimensione ma anche a seconda del fatto se si sta utilizzando un polpo fresco o congelato (*) infatti con quest’ultimo dovrete aumentare il tempo di cottura per la maggiore presenza di acqua.

Nel mio caso ho fatto cuocere il polpo per 30-35 minuti, ma verificate sempre la cottura infilzandolo con una forchetta, se con i rebbi non incontrerete resistenza allora il vostro polpo avrà raggiunto la cottura.

Arrivato a cottura, levate la pentola dal fuoco e lasciate intiepidire il polpo nella sua acqua.

Preparate ora l’intingolo con cui andrete a condire la vostra insalata. In una ciotola spremete il succo di un limone, aggiungete l’olio extravergine di oliva ed emulsionate bene con una forchetta. Tritate metà delle olive taggiasche, l’aglio e i rametti di prezzemolo quindi aggiungeteli all’emulsione. Mescolate bene e aggiustate di sale se necessario.

Riprendete il polpo ormai tiepido, dividete gli 8 tentacoli dalla testa e tagliateli a tocchetti piccoli e tagliate e striscioline fini la testa.

Raccogliete i tocchetti di polpo, le patate e l‘altra metà di olive taggiasche in una capiente ciotola, condite con l’emulsione preparata e mescolate bene facendo attenzione a non rompere le patate.

Servite fredda o tiepida.


NOTE:

(*)
 polpo fresco/polpo congelato. Per rendere il polpo più tenero, il pescatore, appena lo pesca, lo sbatte contro una superficie dura, in questo modo rompe le fibre del polpo che risulta più tenero dopo la cottura.

A casa per avere lo stesso risultato, sarà sufficiente metterlo in congelatore per una notte: infatti il polpo è composto per buona parte da acqua, questa congelandosi si espande e rompe le fibre che risulteranno più tenere una volta scongelato e cotto.



Buon appetito!



Scopriamo ora insieme tutte le proposte de Al km 0 per il tema “cucina a basse calorie”:





  • Cena qui da noi: Insalata di polpo alla Tellarese





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giovedì 18 giugno 2020

PANINI ALLA PRESCINSEUA...per Il Granaio!

Ciao a tutti!

Oggi per il nostro ultimo appuntamento di questa estate con la rubrica de “Il Granaio – Baking time”, abbiamo pensato di proporvi dei Panini con patate, prescinseua e rosmarino.
 

La prescinseua, è la quagliata genovese, come vi ho già detto mille volte, un formaggio molto morbido con un gusto leggermente acidulo che è protagonista delle nostre torte salate, ma che ho scoperto essere molto versatile dopo averla provata anche in un dolce, una cheesecake con amaretti e caffè.
 


Quindi perché non provarla anche nei lievitati?
Il risultato sono stati dei panini morbidissimi. Ho utilizzato la prescinseua nell’impasto insieme alle patate profumate al rosmarino e il risultato è stato davvero ottimo.
 

Potrete preparare questi panini per un buffet, un aperitivo o semplicemente per vivacizzare il vostro cestino del pane. Sono buonissimi da farcire ma ottimi anche mangiati da soli, il commento del piccolo di casa è stato “Mamma, sanno di focaccia!”.
 

Inutile dirvi che sono spariti in un attimo, preparati nel primo pomeriggio non hanno raggiunto l’ora di cena, quindi vi consiglio di nasconderli appena sfornati!!


PANINI PRESCINSEUA, PATATE E ROSMARINO
Idea tratta da questo articolo


INGREDIENTI (per 18 o 20 panini):
  • 2 patate medie (150 g al netto degli scarti)
  • qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • 3-4 rametti rosmarino fresco

  • 500 g farina 00
  • 120 g prescinseua (potete sostituirla con pari quantità di yogurt bianco+ricotta)
  • 20 g olio extravergine di oliva
  • 5 g malto
  • 3 g lievito di birra disidratato (oppure 10 g lievito di birra compresso)
  • 130 g acqua
  • 10 g sale

per finire:
  • olio extravergine di oliva q.b.
  • semi sesamo nero

PROCEDIMENTO:

Per prima cosa cuocete le patate. Sbucciatele e tagliatele a tocchetti regolari. In una padella scaldate qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva aggiungete il rosmarino ed infine le patate. Portatele a cottura aiutandovi con qualche cucchiaio di acqua, dovranno stufare non arrostire.

Quando saranno morbide e cotte, trasferitele in un piatto eliminando gli aghi del rosmarino e schiacciatele con una forchetta. Tenete da parte.

Nella ciotola dell’impastatrice, potrete anche procedere a mano, inserite tutti gli ingredienti tranne l’acqua e il sale.

Se utilizzate il lievito fresco ricordate di farlo attivare con poca acqua e un cucchiaio di farina presi dal totale per una decina di minuti.

Azionate l’impastatrice ed aggiungete poca alla volta l’acqua, con l’ultima parte aggiungete il sale. Aumentate la velocità dell’impastatrice e portate ad incordatura, dovrete ottenere un impasto morbido e liscio.

Trasferite sulla spianatoia, date velocemente qualche piega all’impasto quindi lasciatelo riposare per 1 ora in una ciotola unta di olio e coperta con pellicola in un luogo tiepido, esempio nel forno spento con lucina accesa.

Ora vi servirà una teglia da muffin (ciascun muffin diametro 7 cm), oliate ogni incavo e inserite un dischetto di carta forno sul fondo.

Riprendete l’impasto e, con tanta pazienza, dividetelo in piccoli pezzi da
15 g ciascuno, formate una pallina da ogni pezzetto, pirlando l’impasto, quindi ponete TRE palline in ogni incavo. Oliate la superficie delle palline con un pennellino e cospargete di semi di sesamo nero.

Coprite con pellicola e lasciate lievitare per circa 40 minuti.

Cuocete in forno già caldo a 190°C per 20-25 minuti.

Estraete dallo stampo e fate raffreddare su una gratella.

Perfetti farciti ma ottimi anche da soli!



Buon appetito!




Ed infine ecco il paniere completo di questo appuntamento:

logo granaio



  • Qui da noi: Panini prescinseua, patate e rosmarino.



Con la rubrica Il GRANAIO ci rivedremo a SETTEMBRE...



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giovedì 23 maggio 2019

ZABAIONE CON PANSAROLE DI APRICALE...per Al Km 0!

Ciao a tutti!
 


oggi ci spostiamo all’estremo ovest della nostra regione e precisamente ad Apricale, un piccolo borgo medioevale della provincia di Imperia, per farvi conoscere un dolce prelibato che si gusta affogato nello zabaione, le Pansarole di Apricale.
 


Scelta migliore non potevamo fare visto il tema “mille idee con le uova” proposto per il secondo appuntamento di questo mese con la rubrica “Al Km 0”.
  


Primo dubbio che mi sono posta: zabaione o zabaglione? In casa mia si è sempre detto zabaione e, facendo una piccola ricerca, ho scoperto che è la forma più frequente delle due e quella che più si avvicina alla probabile etimologia latina di questa parola. La forma zabaglione è indicata come una variante e da alcuni è considerata meno corretta dell’altra.
 


Quando penso allo zabaione, ricordo mia nonna ma forse ancor di più una zia, la zia Gina. In casa sua lo zabaione si preparava nei giorni di festa, quando la casa si riempie di parenti e amici e infatti, se ripenso a quei tempi, mi sembra di vederla girare per casa con una ciotola enorme di zabaione e un grande mestolo impegnata a distribuire questa prelibatezza ai suoi ospiti. Non ho mai chiesto quanti tuorli usasse per preparne una tal quantità, ma dovevano essere davvero moltissimi!!!!
 


Ad Apricale lo zabaione si accompagna con le pansarole, un nome buffo per indicare un piccolo bauletto di pasta lievitata e fritta. Il nome fa pensare alla “pansa” cioè la pancia, infatti friggendoli, questi rombi di pasta si gonfiano molto, ma non si sa se sia davvero la derivazione corretta.

Ogni anno ad Apricale da ormai cinquant’anni la prima domenica di settembre si svolge la Sagra delle pansarole, in questo piccolo brogo dell’entroterra imperiese si riversano moltissime persone per gustare questo delizioso dolcetto.

Come per ogni ricetta della tradizione anche qui le versioni non si contano, ognuno ha il suo segreto, che non vuole svelare, per preparare questo dolce: chi utilizza burro, chi olio extravergine, chi lievito di birra, chi lievito chimico...

Vediamo come fare...



ZABAIONE CON PANSAROE DI APRICALE

Ricetta tratta dal libro “Lievitati di Liguria – Dolci & salati”, I.Fioravanti e V.Venuti, SAGEP editore



INGREDIENTI (per 5 persone):
  • 250 g farina W 220
  • 2 g lievito di birra liofilizzato (8g se compresso)
  • 1 uovo a temperatura ambiente
  • 40 g zucchero semolato
  • 80 g latte
  • 20 g olio extravergine di oliva
  • scorza grattugiata di limone
  • un pizzico di sale

per finire:
  • olio per friggere
  • zucchero semolato q.b.

per lo zabaione:
  • 4 tuorli
  • 4 cucchiai di zucchero
  • 4 cucchiai di marsala

PROCEDIMENTO:

Nella ciotola dell’impastatrice mettere tutti gli ingredienti tranne l’olio e il sale. Iniziare ad impastare a velocità bassa, quando tutti gli ingredienti sono amalgamati aumentare la velocità e portare ad incordatura. L’impasto così si trasforma: da informe e colloso acquista forza, diventa liscio ed elastico staccandosi perfettamente dalle pareti dell’impastatrice ed aggrappandosi al gancio con cui si impasta. 

Aggiungete il sale e l’olio a filo continuando ad impastare. Fate incordare per bene quindi trasferite l’impasto su una spianatoia, date forma tonda con delle semplici pieghe e ponete a lievitare in una ciotola al riparo da correnti d’aria e coperta con pellicola per 1 ora. 

Quindi stendete col matterello l’impasto fino ad uno spessore di pochi millimetri. Con la rotella dentellata (quella dei ravioli per intenderci) tagliate delle losanghe e lasciateli sulla spianatoia distanziati per un’altra oretta.

Friggete in olio profondo facendo attenzione di non superare mai il punto di fumo, fino a doratura. Scolatele e passatele nello zucchero semolato. 

Servitele calde con lo zabaione.


Per lo zabaione

In un polsonetto di rame sbattere con le fruste i tuorli con lo zucchero, mia nonna mi diceva girando sempre dalla stessa parte 😉 . 

Quando il composto sarà bianco e ben spumoso e comincerà “a scrivere” (a fare dei fili che uniscono frusta con il resto della massa) incorporate il marsala poco alla volta, facendo attenzione a non smontare il tutto.

Cuocete a bagnomaria, continuando a mescolare con le fruste fino a che lo zabaione raggiunge una consistenza spumosa. Non deve mai arrivare a bollore durante la cottura, sarà pronto quando raggiunge una temperatura di circa 85°C, ci vorranno 15-20 minuti. 

Servitelo caldo con le pansarole.


Buon appetito!





Scopriamo ora insieme tutte le proposte de Al km 0 per il tema “mille idee con le uova”:






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giovedì 7 febbraio 2019

KRAPFEN in Liguria...per il Granaio!


Ciao a tutti!

Vi chiederete: “Cosa c’entrano i Krapfen, noti dolci di origine austriaca, con la tua Liguria?” Ebbene, grazie ad un astuto pasticcere di nome Romano Zampirolo che negli anni ’60 mise appunto la ricetta e iniziò a produrli nella sua pasticceria di Bogliasco, sono entrati a tutti gli effetti a far parte della nostra storia, e perché no, anche tradizione. Ed eccoci qui a parlarne per il nostro appuntamento mensile con la rubrica “Il Granaio”.
 


Pensate che i Krapfen di Romano erano talmente tanto apprezzati dai suoi clienti che davanti al suo negozio in via dei Mille si formavano sempre lunghe code dopo le 4 del pomeriggio, ora in cui iniziava la vendita.

 

Diventarono così motivo di fermata in questo borgo della riviera per i tanti che si trovavano a passare da quelle parti, anche molti personaggi famosi dell’epoca tessevano le lodi di questo prodotto.
 


Oggi ormai né Romano né sua moglie ci sono più, ma si continua la tradizione e ogni anno a Bogliasco, i primi di giugno, viene organizzata a scopo benefico la sagra dei Krapfen di Romano in cui vengono fritti e poi farciti migliaia di questi golosi dolci utilizzando sempre la ricetta del famoso pasticcere.
 



Anche nel resto della Liguria, anche in estate in spiaggia, è facile trovare in vendita i Krapfen, altro famoso produttore di questi tempi è “Cesare Krapfen” a Spotorno, località balneare del Ponente ligure in provincia di Savona.

La ricetta che vi lascio qui oggi, non è la ricetta di Romano, ma è tratta da un vecchio libricino che ho scovato a casa dei miei genitori.



KRAPFEN

INGREDIENTI (per circa 30 krapfen di 8 cm di diametro):

  • 600 g farina media forza (w 280-300) 
  • 200 ml latte 
  • 150 g zucchero semolato 
  • 70 g burro a temperatura ambiente 
  • 4 g lievito di birra disidratato (opp. 14 g lievito birra fresco) 
  • 4 rossi d’uovo 
  • 2 uova intere 
  • 2 cucchiai di Rum (per me Honey whiskey) 
  • buccia grattugiata limone 
  • 1 pizzico di sale 
altro:
  • olio extravergine di oliva per friggere 
  • zucchero semolato 

PROCEDIMENTO:

Preparate per prima cosa un lievitino: in una piccola ciotola mescolate velocemente 100 g farina (presi dal totale) con 100 ml latte (presi dal totale) e il lievito (tutto). Coprite e fate lievitare al riparo per 40 minuti. Il lievitino sarà pronto quando si formeranno sulla superficie delle piccole bolle.

Nell’impastatrice mettete il lievitino pronto, il resto della farina, lo zucchero quindi aggiungete poco alla volta il latte rimanente, le uova (intere e tuorli) e lo zucchero. Quando l’impasto inizia a formarsi aggiungete anche il Rum e la buccia di limone. Infine quando inizia ad incordare aggiungete il burro a tocchetti e il sale. Il burro aggiungetelo a pezzettini per volta, aspettate che venga assorbito dall’impasto prima di aggiungerne altro. Ora giocando con la velocità dell’impastatrice portate ad incordatura, per aiutarvi spegnete l’impastatrice e staccate l’impasto dal gancio e dai lati aiutandovi con un tarocco e ribaltatelo. Fate questo passaggio due o tre volte.

Dovrete ottenere un impasto liscio e lucido e la ciotola dell’impastatrice perfettamente pulita.

Trasferite l’impasto sulla spianatoia, date un giro di pieghe a libro, formate una palla (pirlatelo) quindi trasferitelo in una ciotola leggermente unta. Coprite con pellicola e fate lievitare a circa 24°C fino al raddoppio.

Stendete in un rettangolo fino ad uno spessore di ½ cm e tagliate i dischi con un coppapasta (o un bicchiere) di 8 cm di diametro. Riunite i ritagli in pezzatura da 40 g ciascuna, formate delle palline e fate lievitare per poi friggerli con gli altri. Lasciateli sulla spianatoia distanziati e coperti con pellicola da cucina a lievitare ancora 40 minuti (anche 1 ora).
 


Quindi friggeteli in olio extravergine di oliva a 150° C – 160°C. Girateli a metà cottura, ci vorrà qualche minuto (in realtà li ho girati più volte). Fate attenzione alla temperatura dell’olio, mantenetela il più costante possibile altrimenti i krapfen cuoceranno velocemente fuori e rimarranno crudi dentro. Non abbiate fretta.

Avrete ottenuto un perfetto risultato se otterrete il classico anello bianco lungo la circonferenza. Quando il krapfen è troppo lievitato diventerà grinzoso, mentre se poco lievitato risulterà pesante e gommoso.

Scolateli bene dall’olio e se volete potrete ora farcirli con crema pasticcera, confettura o cioccolato e spolverate di zucchero a velo. Io li preferisco non farciti e ricchi di zucchero semolato!

Nota:

  • Per problemi di tempo, dopo aver finito l’impasto, l’ho lasciato a temperatura ambiente per un’ora poi l’ho trasferito in frigo per tutta la notte. Al mattino l’ho lasciato acclimatare per un’ora quindi ho continuato come da ricetta stendendo l’impasto in un rettangolo. 
  • Sembra che questo impasto soffra le condizioni atmosferiche. Un clima secco rende l’impasto perfetto, mentre la lievitazione si complica con l’umidità essendo un impasto ricco.


Buon appetito!



Ed infine ecco il paniere completo di questo appuntamento:




Da Carla: chiocciole di pane con erbe aromatiche e ricotta
Qui da noi: Krapfen in Liguria!
Da Natalia: Pane misto con farina di avena a lievitazione naturale
Da Sabrina: Brioche senza latte agli albumi
Da Simona: Pane di semola incamiciato (con lievito madre)
Da Zeudi: Pane di grano antico risciola  




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lunedì 7 gennaio 2019

BARBAGIUAI...per Segui le stagioni!

Ciao a tutti!

Per il primo appuntamento di questo nuovo anno con la rubrica Segui le stagioni, abbiamo scelto come ingrediente la zucca e continuiamo a giocare in casa con i Barbagiuai, tipica ricetta ligure della Val Nervia, entroterra di Ventimiglia.
 


I Barbagiuai sono ravioli fritti ripieni di zucca, riso e brusso. Il brusso è una ricotta di pecora fermentata prodotta dai comuni montani della provincia di Imperia. Proprio il contrasto tra il dolce della zucca e il gusto deciso del brusso caratterizza questi ravioli.

Purtroppo non sono riuscita a trovare il brusso dalle mie parti, così l’ho sostituito con la prescinseua che ha sicuramente un gusto meno deciso ma mantiene un leggero sentore acido che ben contrasta col dolce della zucca.
 


Il loro particolare nome è legato ad una leggenda popolare che indica come inventore di questa ricetta un certo zio Giovanni, traducendo in dialetto zio = barba, Giovanni = Giuà si ottiene proprio Barbagiuai. Se avete occasione in settembre di andare a Camporosso potrete assaggiare i barbagiuai durante una sagra a loro dedicata.

BARBAGIAUI

Ricetta originale dalla nostra amica Fausta


INGREDIENTI:

per la sfoglia:

  • 200 g farina
  • acqua q.b.
  • 3 cucchiai olio extravergine di oliva
  • sale
per il ripieno:
  • 400 g zucca al netto degli scarti
  • 150 g prescinseua (o ½ cucchiaio di brusso)
  • 50 g riso
  • un uovo
  • 3 cucchiai di parmigiano reggiano
  • 1 spicchio aglio
  • maggiorana fresca
  • olio extravergine di oliva q.b.
per la frittura:
  • olio extravergine di oliva

PROCEDIMENTO:

Con molto anticipo preparate la sfoglia in modo che possa riposare. Non ho volutamente inserito la quantità d’acqua, dovrete regolarvi voi per ottenere un impasto facile da lavorare. Lavorate a lungo fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo che dovrete coprire e lasciare riposare almeno un’ora ma anche di più.

Lessate il riso in acqua salata lasciandolo al dente e fate raffreddare.

Ponete lo "spicchio" di zucca, mantenendo la sua buccia, in una teglia dai bordi alti e fatela cuocere in forno a 180°C o anche in microonde fino a che la polpa non sarà morbida. A quel punto la polpa si staccherà facilmente dalla buccia utilizzando un cucchiaio. Passate la polpa in padella con olio extravergine di oliva e l’aglio, in modo da eliminare eventuali residui di acqua. Fate raffreddare.

In una ciotola unite la polpa di zucca, la prescinseua, l’uovo, il parmigiano, la maggiorana tritata ed il riso. Mescolate e aggiustate di sale.

Riprendete la sfoglia, stendetela molto sottile. Tagliate dei dischi, ponete al centro un po’ di ripieno e richiudete formando una mezzaluna (tipica forma dei barbagiuai). Sigillate bene i bordi aiutando con i rebbi di una forchetta.
 

  

 


Friggete in olio profondo ben caldo, scolateli su carta da cucina e serviteli caldi.

Note:

Esistono altre versioni dei barbagiuai, ad esempio con i fagioli di Pigna oppure con verdure come le bietole o la borragine.


Buon appetito!



Vi lascio la lista della spesa del mese di gennaio...



Ed infine ecco le nostre amiche da cui potrete trovare altre idee rigorosamente di stagione!!!

Lisa Verrastro – Lismary’s Cottage
Alisa Secchi – Alisa design,sew and Shabby Chic
Enrica Coccola – Coccola Time
Beatrice Rossi – Beatitudini in cucina
Sisty Consu – I biscotti della zia
Simona Milani – Pensieri e pasticci
Maria Martino – La mia casa nel vento
Anna Marangella – Ultimissime dal forno
Susy May – Coscina di pollo
Ely Valsecchi – Nella cucina di Ely
Francesca Lentis – Crudo e cotto
Ilaria Lussana - Biologa nutrizionista
Miria Onesta - Due amiche in cucina
Ilaria Talimani – Soffici blog

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